Descrizione
Nato come comprimario delle avventure di Cucciolo e Beppe, classici personaggi degli anni 50/70, tra i quali giunse come inusuale animale domestico, Pugaciòff divenne rapidamente il protagonista di una testata tutta sua. È un lupo proveniente dalla piena Russia, anzi, più precisamente un “luposki della steppaff” e, come ogni lupo che si rispetti, è perennemente affamato e alla ricerca di qualcosa da poter mettere sotto i denti: forte, rapido e astuto, parla in uno strampalato russo maccheronico ed è abilissimo a mettersi nei guai, affrontando il suo “nemico”, lo squalo Geraldo, e la sua vittima preferita, il paffuto bandito Bombarda. Da questi presupposti, il geniale Giorgio Rebuffi ha realizzato centinaia di spassosissime storie a fumetti, proposte negli anni 60/70 negli albi della storica Edizioni Alpe.
Questo volume raccoglie una selezione delle migliori storie di Pugaciòff: un nostalgico bagno di passato – che segue le nostre precedenti proposte di Pinocchio, Orpolina! e Bongo – per chi le lesse all’epoca, una piacevole scoperta per i ragazzi di oggi e un capitolo della storia del Fumetto italiano che merita di essere riscoperto.
L’AUTORE
Giorgio Rebuffi (1928-2014) è uno dei più grandi autori del Fumetto umoristico italiano. Una carriera che parte già nel 1949 e che conta personaggi quali lo Sceriffo Fox, Cucciolo e Beppe, Giona, Bombarda, Grifagno Sparagno, Tom Porcello, Artemidoro, Tore Scoccia e l’Ottag, ma anche storie di Topolino e collaborazioni con il Corriere dei Piccoli. Il suo nome però è legato certamente e indissolubilmente al leggendario Tiramolla, che disegna su testi di Roberto Renzi, e al lupo Pugaciòff, protagonista di questa raccolta.
UN ESTRATTO
Di seguito, alcune pagine del volume.
HANNO DETTO
«Le avventure di Pugaciòff spiccavano su quasi tutte le altre del periodo grazie allo stile di disegno di Rebuffi, che aveva raggiunto una stilizzazione del segno molto personale e dinamica (…). Pugacioff – Il luposki della steppaff propone 12 avventure pubblicate su Cucciolo tra il 1961 e il 1966, proprio nel periodo migliore del personaggio, quando l’autore aveva ormai raggiunto la maturità stilistica».
Alberto Brambilla su Fumettologica