Sull’ultimo numero di Sbam! Comicsla nostra rivista digitale che potete scaricare liberamente da QUI – vi proponiamo un’analisi sulla situazione delle edicole italiane, con approfondimenti e interviste. Vi rimandiamo alla rivista per delibare il servizio nella sua interezza, ma qui vi anticipiamo il parere di Moreno Burattini, colonna della Bonelli nella sua qualità di sceneggiatore di lungo corso e di responsabile di Zagor, oltre che scrittore e umorista, sull’argomento.

Edicola… Per molti un semplice luogo di passaggio quotidiano per il giornale. Per altri un appuntamento tra i più piacevoli della settimana. Per alcuni (sempre meno purtroppo) un lavoro. E per Moreno?
Nel tuo elenco, mi pare, mancano quelli per i quali “edicola” è una parola desueta tanto quanto “cabina telefonica” o “casa chiusa”. Tutti i millennials, per esempio. Non conosco un solo ragazzo sotto i vent’anni che abbia l’abitudine di passare in edicola non dico una volta alla settimana, ma neppure una volta al mese. Per loro, semplicemente, le edicole con esistono. Ma sono informatissimi sull’ultimo video della famosa influencer di Tik Tok. Ci sono anche tanti boomers che hanno lasciato perdere, preferendo il cambiare canale con il telecomando a un rito, quello del passaggio in edicola, che una volta era di tutti. Dei veri apostati, ai miei occhi. Per me l’edicola rappresenta quel che per una donna è un negozio di borse. Ho cinquantasette anni e da cinquanta, tutti i giorni (almeno quelli di apertura), ne visito una, passandola ai raggi X. E di solito, quando mi allontano, qualcosa mi è rimasto appiccicato alle dita. Dopo aver pagato, s’intende. Una volta c’era più soddisfazione, devo ammetterlo: le edicole mi somigliavano di più. Oggi mi ci rispecchio di meno, ma del resto vale anche per il resto del mondo.

Sei uno di quelli che comprano ancora i fumetti in edicola?
Sì, escludendo però quelli della Bonelli, che prendo in casa editrice, e quel che compro in fumetteria per tutto ciò che va nel circuito librario. Però non manco mai di acquistare Alan Ford e Lupo Alberto, tanto per fare degli esempi. E non dimentichiamo gli importantissimi collaterali dei quotidiani. 

Cosa altro compri in edicola?
La Settimana Enigmistica, Le Scienze, Giallo Mondadori, Urania, collane di libri o di CD, quotidiani scelti in funzione dei supplementi. Ma, in generale, quel che suscita la mia curiosità. È quello il bello: guardare tutto, per farsi irretire.

La crisi delle edicole è uno di quegli argomenti ormai purtroppo sempre attuale. Quali sono secondo te le cause, fermo restando il dato assodato: la gente legge sempre di meno?
Appunto, la gente legge sempre di meno. Intervistata dai sondaggisti, dice di non aver tempo. Per forza, siamo tutti su Facebook o su YouTube. Per non parlare dei millemila canali TV, delle partite di calcio a ripetizione, delle chat, di Twitter e dei vari social. Vogliamo aggiungere le palestre, nostre o dei figli? Insomma, si è persa l’abitudine di ritagliarsi del tempo da dedicare a noi stessi, in compagnia di qualcosa di silenzioso da leggere da soli. Anche se io, personalmente, ho una fidanzata innamorata dei libri quanto me (oltre che di me) e leggiamo ciascuno il suo stando con le teste accanto.

Dalla vostra parte (quella di editori) come vedete la situazione di questo canale di vendita? I numeri che si leggono in giro sulle chiusure dei chioschi rappresentano in concreto erosione di copie vendute?
La Bonelli, come molte altre case editrici, dieci anni fa fondava ancora il suo successo quasi esclusivamente sulle copie vendute in edicola. I punti vendita però, a un certo punto, hanno cominciato a chiudere sempre più rovinosamente, di pari passo al calo dei lettori. A un certo punto, se hai dei prodotti ma non hai dove venderli, dove metterli in mostra, è logico che c’è una erosione anche delle vendite, la stessa che riguarda tutti, ma proprio tutti, gli editori di carta stampata. Anzi, la Bonelli è ancora una delle pochissime realtà che resiste alla crisi.

Su questo numero abbiamo presentato qualche idea che alcuni coraggiosi hanno provato a realizzare per salvare le edicole da questa crisi sempre più falcidiante: tu hai una tua soluzione?
Assolutamente no, se non una in grado di produrre effetti minimi. Continuare a fare fumetti che piacciono a quelli che in edicola ancora ci vanno, i boomers, cercando di arrivare ai millennials attraverso altri canali. 

Chiudiamo tornando ai fumetti. Chi, secondo te, è il vero concorrente dell’edicola? La fumetteria o gli acquisti fatti online (indipendentemente dal portale)?
Il problema non è che la gente non compra fumetti in edicola perché li compra altrove, in fumetteria o online. Il problema è che la gente non legge. Se fosse un problema di canale di distribuzione, il pubblico premierebbe certe pubblicazioni piuttosto che altre, fruite, ammettiamo, come ebook. Ma il fatturato garantito dagli ebook, stando ai dati (pubblici) dell’editoria in generale (almeno fino a prima della pandemia da coronavirus) sono minimi. Non si sono abbandonati i libri di carta per passare a quelli digitali, si sono proprio abbandonati i libri. Quindi il vero concorrente dell’edicola è il mondo che cambia. Fortunatamente la Bonelli ha da tempo investito anche in altre direzioni (siamo diventati ormai una media company che cavalca anche la Rete) e gente più in gamba di me lavora a progetti che sono molto curioso di veder giungere in porto.

Roberto Orzetti