Personalmente, il nome di Daniele Fagarazzi ci portava in mente subito due nomi: Zio Boris – vero capolavoro di parodia horror, testi di un certo Alfredo Castelli – e il più commerciale Doctor Beruscus, pubblicato all’epoca del fenomeno tv del Drive In degli anni Ottanta.
Ma all’attivo, nella sua lunga carriera, ha anche molte collaborazioni con riviste e case editrici e tanto lavoro nel cartoon, nel merchandising e nel modellismo. È stato un piacere conoscerlo di persona mesi fa, all’epoca dell’uscita del nostro libro dedicato a Spugna, la storica eroina di Carlo Peroni, visto che proprio con lo stesso Peroni, Fagarazzi ha lavorato diversi anni, condividendone progetti e personaggi.
Ora siamo tornati a trovarlo, questa volta direttamente nel suo studio-abitazione a Sesto San Giovanni, nel Milanese. Con noi, c’era anche Giorgio Sommacal, a sua volta grande fumettista, con una carriera che spazia tra Cattivik e Zagor. Morale: più che a intervistare, eccoci a trascrivere per voi il dialogo tra due generazioni di maestri del Fumetto umoristico…
La nostra intervista e molte altre info sulla carriera di Fagarazzi sono su Sbam! Comics nr. 42, la nostra rivista digitale che potete liberamente scaricare da QUI. Di seguito, vi anticipiamo un estratto.
La sua carriera è sicuramente ricchissima, ma oggi di cosa si occupa, in questi tempi più difficili per vivere di Fumetto?
Faccio commission, disegni su richiesta di qualsiasi genere: in tanti me li chiedono utilizzando la mia pagina Facebook. Ma lavoro ancora alle strisce di zio Boris, sempre su testi Alfredo Castelli, che li mette in appendice agli albi di Martin Mystère.
Ha uno stile, un genere preferito?
No, faccio un po’ di tutto, in tanti ambiti diversi. Non sono uno di quegli autori che tutti riconoscono subito, semplicemente vedendone uno schizzo o un disegno. Ma mi adatto a ogni situazione e a molti ambiti diversi.
Se dovesse riassumere i suoi lavori più importanti?
Ho cominciato nei primi anni Sessanta, con i cartoni animati nello studio dei fratelli Pagot. Poi mi sono messo in proprio, lavorando sempre nel cartoon con altri studi. Presto ho ampliato la mia attività anche al Fumetto: ho conosciuto Carlo Peroni e con lui sono entrato nell’ambiente e ho lavorato molto nel suo studio.
Negli anni ho collaborato con varie riviste, come Psycho, Horror, Tilt e soprattutto con il Corriere dei Ragazzi dove ho incontrato i vari Bonvi, Silver, Alfredo Castelli, Mario Gomboli, e soprattutto Sergio Toppi, che io ritengo il più grande di tutti, un maestro! Su testi di Castelli, ho disegnato per anni personaggi come Otto Krunz e Zio Boris.
Ma in vari casi ha disegnato anche in stile realistico, giusto?
Sì, ho collaborato con L’Occhio, chiamato da Maurizio Costanzo per illustrare la storia dello Scià di Persia, e disegnato storie di Sandokan, basandomi sulle fattezze di Kabir Bedi, per il Corriere dei Ragazzi.
La sua è chiaramente una passione vera, che va oltre il “semplice” lavoro…
Certamente sì. Amo costruire soldatini che conservo qui in casa. Perché a me piace “fare” le cose, soprattutto le cose che “non ci sono”. Perché quelle che già ci sono è inutile farle.
Sono molto contento di averle potuto parlare. Mi è capitato anche conoscendo Giorgio Rebuffi, Carlo Peroni o Luciano Bottaro, grandi maestri che mi hanno ispirato molto nel mio lavoro. Da bambino abitavo accanto a Sebastiano Craveri, disegnatore del Vittorioso: mi piace pensare che mi abbia mando degli influssi…
Sì, ma qualcosa devi comunque avere dentro di te. Non si può imparare tutto. Devi avere la mano giusta, il dono di natura. E soprattutto la passione. Io quando disegno non penso ad altro, il foglio e la matita mi assorbono completamente…
In più, disegnare permette di viaggiare. Viaggiare con la mente in ogni angolo del mondo…
Sì, solo i lavori creativi regalano questa meravigliosa libertà
L’intervista completa su Sbam! Comics nr. 42.
(Antonio Marangi con Giorgio Sommacal)