La She-Hulk di oggi è un personaggio estremamente drammatico: il rapido susseguirsi degli eventoni Marvel di questi ultimi anni ha trasformato l’alter-ego di Jennifer Walters in una Hulk “tradizionale”, ovvero un essere dalla forza pressocché infinita e dalla furia inarrestabile, senza un barlume di ragione (lo sa bene la “povera” Thor, che se l’è trovata innanzi).

Nell’attesa che l’operazione Legacy, in ossequio alla sua mission, la riporti ad essere quella che era (almeno speriamo), impossibile non sentire la tentazione di estrarre dagli anfratti più reconditi della Sbam-libreria la nostra She-Hulk preferita: un’eroina fortissima, sì, ma ironica e scanzonata; in grado di sollevare un tir, ma col sorriso sulle labbra; di affrontare il cattivone di turno, anche superpotente, ma prendendolo in giro.

Era il caso della She-Hulk che negli anni Ottanta sostituì la Cosa tra i Fantastici Quattro: un’idea di quel simpaticone di John Byrne (buon vecchio John…), l’autore che recuperò questa creatura di Stan Lee (chi altri?) e John Buscema per portarla a grande popolarità.

In questa storia, ad esempio, ha messo in testa a Jennifer che utilizzare la terrazza del Baxter Building – storica sede degli FQ – per prendere il sole potrebbe essere un’ottima idea.
Chissà di che colore potrebbe diventare la pelle verde della nostra Hulkessa una volta abbronzata, ma è una curiosità che non abbiamo potuto soddisfare neanche in questa occasione: l’erculea fanciulla, infatti, approfittando della solitudine sulla terrazza medesima, si è esposta ai caldi raggi in topless (non si agiti il Moige: è tutto raffigurato come il Comics Code all’epoca imponeva). Ma così facendo ha attirato le attenzioni di un paio di paparazzi da strapazzo, di passaggio sul loro elicottero.

Ohibò, si scandalizza Jennifer, quasi nuda su una rivista per soli uomini? Non sia mai! Ed eccola partire all’inseguimento di editori, redattori e tipografi per bloccare l’uscita del periodico…

La storia è del 1985, testo e disegni dello stesso Byrne – uscita in Italia con Star Comics nel luglio del 1991, su Fantastici Quattro nr. 48 – ma per quanto antica non vi sveleremo come va a finire, caso mai vi ricapitasse tra le mani.
Un’avventura one-shot, di puro intrattenimento, slegata dalla continuity (cui si rifà soltanto per ambientazione e comprimari), di quelle che forse anche oggi potrebbero far bene, tra una mega-battaglia marvelliana e l’altra…

(Antonio Marangi)

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