Il nostro cuore di Sbam-patrioti è gonfio d’orgoglio. E il motivo è presto detto. Uno degli eventi fumettosi più attesi del 2018 a livello globale, vale a dire il debutto della nuovissima serie di Robert Kirkman, porta con sé un bel pezzo d’Italia. L’intero comparto grafico di Oblivion Song, il cui primo numero è in rampa di lancio per marzo con saldaPress, è infatti presidiato da due validissimi artisti di casa nostra, già ben noti a chi bazzica gli albi Bonelli ma anche ai lettori d’oltreconfine (in Francia, soprattutto). Stiamo parlando (squilli di tromba) del disegnatore Lorenzo De Felici, che in veste di coautore ha condiviso con il sommo Robert l’onore e l’onere di creare dal nulla il nuovissimo universo della dimensione Oblivion, e della colorista Annalisa Leoni, cui è toccato il compito di individuare le palette cromatiche più adatte per esaltare tale universo, con i suoi ambienti bizzarri e i suoi mostruosi abitanti.

Li abbiamo incontrati per intervistarli, come potete leggere sul nr. 37 della nostra rivista digitale, liberamente scaricabile da QUI: ma se volete, eccovi un assaggio della nostra chiacchierata…

Ciao ragazzi, e benvenuti su Sbam!. Per cominciare, vi chiederei di “presentarvi” sinteticamente ai lettori, raccontando i vostri esordi e le tappe principali delle vostre carriere…
Lorenzo: Ciao a voi! Allora, per farla davvero brevissima: ho frequentato la Scuola Romana dei Fumetti e, appena diplomato, ho cominciato a lavorare qua e là come storyboard artist e colorista. Dal 2006 circa ho lavorato quasi esclusivamente come colorista fino al 2010, quando ho pubblicato Drakka per l’editore Ankama, in Francia. Da allora ho alternato il lavoro di disegnatore a quello di colorista tra Francia (Rue de Sèvres) e Italia (Bonelli), fino a quando la Skybound non ha bussato alla mia porta.

Annalisa: Ciao Sbam!. I miei primissimi passi nell’universo dell’intrattenimento visivo hanno avuto luogo nell’animazione e nei videogiochi: ho lavorato per piccoli studi, per i quali realizzavo character design, environment e alcune volte storyboard. Ho fatto una capatina anche nel mondo dell’illustrazione, lavorando per alcune case editrici principalmente nell’ambito della scolastica. Più o meno nel 2010 ha preso il via la mia carriera di colorista: inizialmente mi sono occupata di piccoli progetti con case editrici come Piemme Junior, Giochi Preziosi, Glénat e Claire de Lune; poi sono approdata in Bonelli, dove ho collaborato alle testate Orfani, Orfani: Ringo, Orfani: Nuovo Mondo e 4Hoods, oltre ad alcune cover e storie brevi per Dylan Dog. Attualmente sto lavorando per Skybound Entertainment su due progetti: uno è Oblivion Song, l’altro… è ancora segreto!

Veniamo al tema del momento, Oblivion Song. Con una domanda che, immagino, vi hanno già rivolto in molti: come e quando siete stati coinvolti nel nuovo progetto di Robert Kirkman?
Lorenzo: Una notte mi è giunta una mail di Robert che, dichiarandosi entusiasta del mio lavoro, mi proponeva di collaborare a una nuova serie. Non avevo mai avuto contatti con lui o con Skybound, se non nelle vesti di lettore: quindi capirete che ho subito pensato si trattasse di un simpatico scherzo (chi si ricorda la gag di Rat-Man dove Leo Ortolani stesso riceve la telefonata da Sergio Bonelli che gli dice «Salve, sono Sergio Bonelli. Le piacciono i cavalli?»). Con mio immenso stupore, invece, era tutto vero.

Annalisa: Inizialmente non era previsto che diventassi la colorista di Oblivion Song: io ero impegnata in altri progetti, mentre Robert e Lorenzo erano alle prese con la valutazione delle prove realizzate da altri coloristi. Invece, per una serie di fortunate coincidenze, sono riuscita a finire i progetti precedenti in tempo per poter realizzare a mia volta delle prove. E, alla fine, sono stata scelta come colorista ufficiale della serie.

Oblivion Song è stata anche l’occasione di creare dal nulla un mondo fantastico tutto nuovo. Quindi nuovi ambienti e personaggi (per Lorenzo) e una nuova tavolozza di colori (per Annalisa). Come avete approcciato questa sfida? Avete lavorato con vincoli precisi o siete stati lasciati liberi di sbizzarrirvi?
Lorenzo: Robert ha messo subito le cose in chiaro: se siamo coautori di Oblivion Song, la serie deve appartenere a entrambi. Fin dall’inizio, quindi, quando si tratta di introdurre nuovi ambienti, creature o personaggi, lui mi suggerisce un’idea, la reazione che vuole suscitare nel lettore o qualche vago riferimento esterno, e io parto da lì per dargli una forma. È un procedimento incredibilmente divertente, soprattutto perché il materiale che mi fornisce lui è sempre stimolante.

Annalisa: Oblivion Song è sicuramente stato un nuovo terreno su cui camminare. Per anni ho adattato il mio stile e la scelta dei colori alle esigenze di stampa, qui mi sono trovata invece ad avere più libertà di sperimentare ed è stato da una parte molto entusiasmante, ma in un certo senso anche più impegnativo. La serie ha una struttura narrativa per cui la storia si sposta in continuazione da una dimensione all’altra: la mia prima preoccupazione è stata quindi rendere il più chiaro possibile questo passaggio già al primo colpo d’occhio, così ho scelto delle specifiche palette colore per le due dimensioni nelle varie ore del giorno e ho cercato di rispettarle lungo tutta la storia. Naturalmente la dimensione “aliena” doveva in qualche modo essere straniante rispetto al nostro mondo, quindi ho scelto colori molto più carichi, ho eliminato l’azzurro durante il giorno e ho studiato bene flora e fauna per diversificarle nettamente da quelle terrestri. Man mano che nella storia appaiono nuove ambientazioni, personaggi o animali alieni, decido una palette cromatica che possa funzionare e mi consulto in ultima istanza con Lorenzo per avere la sua opinione in merito. Il colorista ha il dovere di esaltare il lavoro del disegnatore e, per farlo, deve saper cambiare e adattare il proprio stile. Lorenzo, come sapete, oltre a essere un disegnatore eccezionale è anche un colorista fantastico, quindi ho preso ispirazione dal suo modo di colorare, modificandolo in base al mio gusto e alle esigenze narrative.

L’intervista prosegue su Sbam! Comics nr. 37, dove trovate anche molto altro materiale luculliano sull’opera di Robert Kirkman.

(Marco De Rosa)

Salva