La notizia ha fatto rapidamente il giro del web: il 3 luglio 2017 a Roma, è scomparso Paolo Villaggio, attore, scrittore, cabarettista, umorista, e chi più ne ha più ne metta. Aveva 84 anni.
Dal folle professor Kranz a Giandomenico Fracchia, dal pompiere pasticcione Casalotti al ladro Dalmazio, dal pretore Gildo Morelli al sognatore Paolo Coniglio, sono decine i personaggi che Villaggio ha impersonato tra teatro e schermo, piccolo e grande. Ma è ovvio che il suo nome sarà comunque per sempre legato a quello del ragionier Ugo Fantozzi, il travet umiliato e bistrattato da tutti, sfigato che nemmeno Wile Coyote, eppure indomito e indistruttibile.
Non solo un personaggio cinematografico, ma una vera e propria maschera che ha influenzato le mode e il linguaggio, con battute («È una cagata pazzesca»), situazioni («crocifisso in sala mensa») e perfino improbabile onomastica (Guidobaldo Maria Riccardelli) e… araldica (il duca conte grand’ufficiale), entrate tra i modi di dire di tutti noi.
E anche se gli ultimi film della serie non erano certo dei capolavori (Fantozzi 2000 la clonazione, avete presente?), i primi titoli – Fantozzi, Il secondo tragico Fantozzi, Fantozzi contro tutti e Fantozzi subisce ancora – resteranno per sempre nel pantheon della grande commedia italiana.
Non ha disdegnato neanche comparsate nei fumetti, il ragioniere, tra le apparizioni sul Corrierino, il ragionier Pancozzi (parodia sexy-erotica abbastanza ignobile, certamente realizzata “alle spalle” di Villaggio) e il recente adattamento proposto da Cairo Publishing.
Grazie di tutto ragionier Fantozzi. E ci facci un favore: saluti Filini e Calboni, che già da un po’ di tempo sono lassù a cazzare le gomene e gareggiare per la coppa Cobram.