AdamWild-10_coverUn disegnatore specializzato nell’umoristico può “convertirsi” al realistico? Che difficoltà comporta questa operazione? Si può essere abili in entrambi i ruoli? Certo, non mancano esempi importanti del genere (basti pensare a Corrado Mastantuono), ma normalmente un autore si concentra su uno dei due ambiti durante la sua carriera.

Tutto questo preambolo per spiegare l’interesse con cui abbiamo letto ed osservato il nr. 10 di Adam Wild (Le notti di Mombasa, luglio 2015, € 3,30), la serie bonelliana ideata da Gianfranco Manfredi con protagonista l’avventuriero scozzese che gira per l’Africa raddrizzando torti e combattendo i biechi schiavisti arabi.
Perché se i testi sono come sempre del poliedrico autore marchigiano, i disegni sono invece di Giorgio Sommacal, una vita tra Cattivik, strip comiche e illustrazioni umoristiche.

Lo abbiamo incontrato…

Ciao Giorgio. Cosa significa per un autore come te, da sempre concentrato sull’umoristico, cimentarsi su un  realistico puro e classico come Adam Wild?
L’impatto non è stato facile, se è questo che intendi. Mi era già capitato di lavorare sul realistico, con storie per il Giornalino, ma si trattava di una breve serie che curavo io con Piero Lusso. Misurarsi invece con un personaggio già rodato e passato tra le mani di tanti altri autori, è certamente un’altra cosa. Comunque, man mano che proseguivo nel lavoro, tavola dopo tavola, mi sono trovato sempre più a mio agio. Anzi: ho imparato molte cose che prima non facevo.

AdamWild-Sommacal-2Ci sono comunque autori noti per il loro eclettismo tra i due generi…
Certo. L’importante è non ridurre tutto al puro fatto tecnico. Uno può essere bravissimo a rappresentare un oggetto sia “vero” sia rendendolo più cartoonesco. Ma il bravo disegnatore deve in ciascuno dei due casi mettere qualcosa “di suo”, altrimenti diventa un disegno tecnico, geometrico.

A questo punto la domanda s’impone: è più “difficile” disegnare realistico o umoristico?
Il pensiero corrente più diffuso è che il disegno realistico sia più difficile, in qualche modo perfino “superiore” a quello umoristico. Ma io non sono d’accordo. Se ci pensate, il realismo è sempre più rassicurante: un cavallo è un cavallo, un edificio è un edificio, una persona è una persona. Un disegno caricaturizzato, cartoonesco, umoristico appunto, non ha invece riferimenti fissi, può essere fatto in infiniti modi diversi e non è detto che questi piacciano al pubblico. Il cavallo di Tex è un cavallo; invece Trottalemme, il quadrupede cavalcato da Cocco Bill, che cos’è?

Un argomento molto ampio e complesso, non certo risolvibile in queste poche righe, ma su cui lo stesso Manfredi ha detto la sua, in un interessante post su Facebook, proprio parlando di Adam Wild 10. «È un episodio piuttosto insolito per la Bonelli», scrive, «e anche per il fumetto italiano in generale che è abituato a distinguere nettamente (anche nei Premi) tra: Fumetto Realistico e Fumetto Umoristico, quasi che ci fosse un muro tra le due cose. Convinto che i muri bisogna abbatterli, fin dal principio di AW avevo pensato a inserire nella serie un racconto umoristico pur nel rispetto di una serie d’avventura, anzi nel massimo rispetto dell’avventura che sempre ha ospitato narrazioni ironiche e umoristiche (tanto per fare un esempio: All’inseguimento della Pietra Verde, ma se ne potrebbero elencare moltissimi). Perché questo episodio non stonasse nel contesto della serie, avevo assoluta necessità di trovare un disegnatore umoristico che però sapesse calarsi in un ambiente e in situazioni realistiche e in una storia che nasce ilare, ma che finisce in dramma. Mica facile.
AdamWild-Sommacal-1Ho chiesto lumi al mio amico Silver e lui mi ha consigliato Giorgio Sommacal, il disegnatore di questo numero e non certo un debuttante perché già sul
Giornalino e in molte altre occasioni ha mostrato la sua estrema duttilità. E così è nato questo stravagante episodio che mi ha felicemente sorpreso per equilibrio, proprio grazie al lavoro di Giorgio».

Ben poco da aggiungere.

(Antonio Marangi)