Il disegnatore lucchese è da tempo una delle matite di punta della Marvel. Che, non a caso, lo ha di recente coinvolto in due dei progetti più importanti del 2015: l’evento Secret Wars e la serie regolare di Star Wars. Lo abbiamo incontrato per sapere qualcosa di più di queste “Guerre” marvelliane e di vari altri aspetti del lavoro di Simone Bianchi: ne è risultata l’intervista che potete leggere integralmente sul nr. 21 di Sbam! Comics – scaricabile liberamente da qui –. Intanto, ve ne anticipiamo qui di seguito un estratto.
Ciao Simone: il tuo nome e la tua opera sono ben noti a chi segue i comics americani. Puoi presentarti a beneficio degli altri lettori?
Sono nato nel 1972 e, fin da piccolissimo, ho sempre “respirato” questo mestiere, crescendo tra tele e pennelli. Mio padre ha fatto il pittore per tutta la vita e il mio primo “quadro”, che conservo tuttora, è datato aprile 1975. Da allora ho sempre disegnato e dipinto, tranne un breve intervallo nella tarda adolescenza, quando suonavo la batteria e la musica era il mio unico interesse. Comunque, dopo varie cose fatte in Italia nel campo non solo dei fumetti, ma anche delle cover musicali e dei giochi di ruolo, nel 2004 ho iniziato a collaborare con la DC Comics, per la quale ho disegnato Green Lantern e una bella serie di 36 copertine di Batman per Detective Comics. Un anno e mezzo dopo, la Marvel mi ha proposto un contratto in esclusiva, che dura tuttora. A livello di interni ho firmato due run di Wolverine, Astonishing X-Men, Thor, X-Force, New Avenges… e mi scordo sicuramente qualcosa. Di copertine, invece, ne ho fatte oltre 230, toccando praticamente tutti i personaggi principali. Fino all’ultima, la più ambiziosa…
Di che cosa si tratta?
Di otto cover interconnesse per l’evento Secret Wars, che vanno a formare un’unica illustrazione gigantesca con 131 personaggi, che ripercorrono un po’ la storia della Casa editrice. È senza dubbio il progetto più complesso a cui abbia mai lavorato, ha richiesto 25 giorni solo per disegnare la matita e altre tre settimane per dipingerla in bianco e nero. Pensa che il pezzo finito e inchiostrato misura un metro e 40 per 95 centimetri.
Per Star Wars ha disegnato l’albo numero 7, che si inserisce tra la run di John Cassaday e quella di Stuart Immonen ed è uno one-shot ambientato su Tatooine durante l’esilio di Obi-Wan Kenobi. Che cosa puoi dirci di questa esperienza?
Mi mancava molto disegnare le tavole interne di una storia, visto che non l’avevo più fatto fin dalla scorsa estate. Quindi ho mandato una mail a C.B. Cebulski (Vice President of International Business Development & Brand Management della Marvel – Ndr), chiedendogli se potevo dedicarmi a un nuovo progetto su una storia intera. Beh, mi ha proposto Star Wars! Provate a indovinare quanto ci ho messo ad accettare? Di recente avevo fatto due copertine di Darth Vader, quindi mi ero già riavvicinato all’universo di Guerre Stellari. Mi sono divertito molto a disegnare gli scenari di Tatooine e tutti i personaggi della saga hanno una storia talmente imponente alle spalle che è stato un vero piacere poterli raffigurare.
Sbam-scoop! Durante la nostra chiacchierata, Simone ha completato – trafilatissimo (notare la lingua a penzoloni nella foto in apertura) – la tavola conclusiva di Star Wars nr. 7 davanti ai nostri occhi. Dall’altra parte dell’Oceano, mamma Marvel aspettava…
(Marco De Rosa)