Coppia nella vita e nella professione, battuta pronta quanto il sorriso, una fabbrica di fumetti “a gestione familiare”. Abbiamo incontrato Teresa Radice (sceneggiatrice) e Stefano Turconi (disegnatore), in occasione dell’uscita in edicola della versione topoliniana de L’Isola del Tesoro, per intervistarli per Sbam! Comics, la nostra rivista digitale scaricabile gratuitamente; vi anticipiamo qui una parte dell’intervista stessa (ma poi correte a leggerla integrale, sennò che ve la regaliamo a fare???!)

Topolino-Isola_tesoroDomanda classica, quasi obbligatoria: raccontateci i vostri inizi…
Stefanocomincio io, che sono il più vecchio, quindi ho cominciato prima! Ho sempre amato disegnare, anzi, già da bambino volevo fare il fumettista. Copiavo Asterix e Topolino, esattamente Asterix e Cleopatra e Guerra e Pace di Giovan Battista Carpi, volumi che  ho consumato… Ho fatto il liceo artistico, l’Accademia di Belle Arti, poi la scuola del fumetto e illustrazione del Castello a Milano, dove ho incontrato Lorenzo Chiavini, che già disegnava Topolino e mi ha presentato alla redazione. Lì ho conosciuto proprio Carpi, il mio mito (gli chiesi se potevo chiamarlo eccellenza…). Gli mostrai i miei lavori, poi ho lavorato con lui per un po’, prima di fare l’Accademia Disney. Nel 1997 mi hanno assegnato la prima storia, Zio Paperone e la febbre da brevetto, scritta da Augusto Macchetto e inchiostrata da Roberta Zanotta, a sua volta all’esordio…
Teresa: io ho cominciato in Disney nel 2002, quando ha fatto l’Accademia nel corso di Alessandro Sisti, perché ho sempre voluto raccontare storie. Intanto facevo molte altre cose e mi sono laureata in Lingue e Letterature straniere: ma quello che volevo fare era raccontare. La mia prima storia è uscita nel 2003, Zio Paperone e l’emù di sangue blu, disegnata da Enrico Faccini. Una storia che avevo già proposto più volte a Sisti durante il corso e che lui mi aveva sempre bocciato, nonostante i miei molteplici tentativi (all’inizio, l’emù era uno gnu, ad esempio)!

Zio Paperone importante per entrambi, dunque!
Teresa: sì, i Paperi all’inizio sembrano sempre più “facili” dei Topi, poi invece quando ti approcci e conosci meglio Topolino & C. te ne innamori: sono più adattabili a storie dal taglio più “alto”, più epico. I Paperi magari sono più versatili…

Pippo_ReporterPippo Reporter è forse il vostro lavoro più famoso,  Panini lo ha rilanciato in edicola lo scorso febbraio…
Stefano: Pippo Reporter è un’idea nata guardando Colazione da Tiffany. Poi proprio in quel periodo avevo fatto un altro lavoro ambientato negli anni Venti/Trenta, così avevo un sacco di documentazione e volevo sfruttarla per qualcosa di nuovo. Senza usare Topolino, ci siamo detti, proviamo a mettere insieme Minni e Pippo. E poi, io mi identifico molto in Pippo, alto e magro…

E poi cosa farete? Anche extra-Disney
Teresa: abbiamo realizzato in due anni un volume di 300 pagine che uscirà a maggio per Bao Publishing e che si chiama Il porto proibito. Un romanzone ottocentesco marinaresco ambientato in Inghilterra.

La domanda è obbligatoria, anche se ve l’avranno già fatta tante volte: come si fa a lavorare e vivere insieme?
Stefano: non è difficile, anche perché poi lavoriamo su piani diversi, lei al piano di sopra e io a quello inferiore. Teresa ha bisogno di silenzio quando scrive, mentre io ascolto musica mentre disegno.
Teresa: stando insieme, le storie nascono insieme. Ci parliamo e buttiamo lì un po’ di idee, poi scegliamo quelle che possono funzionare e io mi occupo di soggetto – che scrivo sempre in modo molto dettagliato – e poi sceneggiatura. Il fatto di conoscerci bene poi mi aiuta a capire già in anticipo come Stefano disegnerà una certa scena.

Ultima domanda: il fatto che abbiano messo la vosta Isola del Tesoro sullo stesso albo di Dylan Top non vi ha fatto… arrabbiare? Non capita che uno “bruci” l’altro?
Teresa: io non credo che uno bruci l’altro. È vero che Dylan Top ha avuto molto clamore mediatico, ma va benissimo…
Stefano: … così chi ha comprato l’albo per Dylan Top poi ha trovato anche L’Isola del Tesoro! Che poi è proseguita anche per altri due numeri, quindi il fan bonelliano che ha comprato l’albo per Dylan Top, poi magari ha continuato a seguire noi.
Teresa: e poi ogni autore mette se stesso nel suo lavoro e ha le sue caratteristiche. Io non avrei mai potuto scrivere una cosa come Dylan Top, ad esempio!
Stefano: … e poi tutto quello che fa leggere Topolino a noi va benissimo!

(Antonio Marangi)