I Beatles, Fabrizio De Andrè, Ozzy Osbourne… ma, ci dice, sono ancora tantissimi i musicisti cui vorrebbe dedicare un fumetto. Che la musica si importante nella vita di Sergio Algozzino è subito chiaro: lo ha evidenziato nella sua “quasi-autobiografia” Memorie a 8 bit. E poi suona in pubblico da anni…
Quella che segue è una parte della nostra intervista all’autore: potete leggerne la versione integrale sul nr. 19 di Sbam! Comics, scaricabile liberamente da QUI.

Raccontaci brevemente i momenti salienti della tua carriera fumettistica…
Vi cito un po’ di titoli: Monster Allergy (più che un gruppo di lavoro eravamo una vera e propria famiglia allargata!), Pioggia d’Estate, pubblicato in Francia, la strip Epictete, poi Guillaume Bianco, Ballata per De Andrè, Dieci Giorni da Beatle e Memorie a 8 bit. Questo credo sia un buon riassuntino. In mezzo, tanti errori e tante soddisfazioni.

Dopo i due graphic novel dedicati a Fabrizio De Andrè e al “quasi Beatle” Jimmie Nicol, ci sono altri personaggi del mondo della musica di cui ti piacerebbe raccontare la storia?
Tanti, come tante sono le storie che mi piacerebbe portare su carta, sia che siano di fantasia, sia che siano ispirate a fatti o persone realmente esistite. Da sempre, vorrei fare qualcosa su De Gregori, per esempio, e sui Beatles non penso di avere esaurito le idee. Ma tutto il progressive rock offre un immaginario visivo non da poco, e, ancora più in generale, la storia della musica è piena di episodi interessantissimi da esplorare.

memorie_8bitAnche nel divertente Memorie a 8 bit (edito da Tunué nel 2014) c’è molta musica: puoi raccontarci qualcosa anche su questo tuo lavoro?
L’episodio dedicato alle canzoni è uno di quelli potenzialmente infiniti, per cui avrei potuto disegnare centinaia di pagine senza fermarmi mai. La musica ha un potere incredibile, i ricordi che scaturiscono durante l’ascolto di un determinato brano toccano realmente tutti i sensi. Anche il libro vuole funzionare così: sono ricordi miei, ma sono comunque condivisibili. Ho cercato di non essere autoreferenziale, ma di stabilire un contatto e un interscambio col lettore, che potrebbe aver vissuto le stesse cose che racconto, o almeno pensare, di riflesso, a qualcosa di simile. È l’estensione del fu Pioggia d’estate, riveduta, corretta, aggiornata e ampliata.

I rapporti tra le nuvole parlanti e il mondo delle sette note sono sempre stati stretti. A tuo modo di vedere, che cos’è che accomuna due arti apparentemente così distanti (l’una muta, fissa, visiva e l’altra acustica, eterea, immateriale)?
L’emotività. O almeno, io ragiono così. Non vedo differenza fra una canzone di Bob Dylan e un fumetto di Igort: capisco che tutti e due hanno realizzato quel prodotto per una esigenza. Io amo il fumetto in tutte le sue diramazioni, ma se devo spiegare come scrivere una storia, esigo che sia qualcosa di sincero, di vero, qualcosa di cui hai davvero bisogno. La sincerità è anche l’indizio emotivo immediato che mi fa leggere di tutto o ascoltare di tutto.

Il tuo stile grafico è molto personale. Difficile, quindi, riconoscervi a un primo sguardo influenze precise. Quali sono gli artisti e le scuole grafiche che ti hanno maggiormente ispirato?
Grazie di cuore per questa affermazione. In realtà, le mie influenze (molteplici) ce le vedo tutte, ma è chiaro che per me è più facile… Graficamente, almeno, i miei grandi maestri sono stati quelli della lineachiara, molti autori di strip umoristiche (Schulz e Dickens in primis), alcuni autori di comics (Sal Buscema, Mike Wieringo), artisti immortali (Pratt, Pazienza), e poi Igort, Nicola Mari, Piero Dall’Agnol, Guillaume Bianco, molti giapponesi… E non parliamo poi di quelli che mi hanno segnato narrativamente, altrimenti non la finisco più…

Varie ed eventuali: qualsiasi cosa tu voglia aggiungere per i lettori di Sbam
Vi ringrazio molto per le domande: chiunque voglia contattarmi può trovarmi più o meno dappertutto. Se poi volete divertirvi a vedere qualche mio video cretino ukulelemunito, potete cercare su Youtube “Una canzone al Giorno”. Ciao!

(Antonio Marangi)