«C’è un ristorante che – per qualche mia perversione – continuo a frequentare in modo assiduo da anni benché l’oste, tale Nuccio, abbia il vizio di esibirmi ai clienti a mo’ di imbonitore: “Siori e siore, questo è Castelli, quello di Martin Mystère”. Il risultato è quello di mettere in imbarazzo sia me sia gli avventori, i quali emettono borbottii di circostanza, chiedendosi chi mai sia quel Martin Mystère che, a quanto pare, dovrebbero conoscere, ma non hanno mai sentito nominare.
Bene, una sera ci sono andato con Antonio Terenghi (…). Dopo aver appurato chi fosse il mio ospite, l’oste ha ritenuto opportuno esibirlo: “Siore e siori, questo è Terenghi, quello di Pedrito el Drito”. Anziché emettere i soliti borbottii, la platea ha immediatamente capito di chi si trattava, e lo ha subissato di richieste di disegni.
Invidia a parte, mi sono reso conto che Pedrito è uno dei rari personaggi entrato nella nostra ‘memoria collettiva’, e che nel 1950 (…) Terenghi non ha creato soltanto un eroe a fumetti, ma un’icona popolare».
Questo ricordo di Alfredo Castelli – tratto dall’introduzione al volume Pedrito el Drito, pubblicato da Bonelli nel maggio del 2000 nella collana annuale I grandi comici del fumetto – rende molto bene la dimensione di Antonio Terenghi, grandissimo protagonista del fumetto comico italiano, scomparso questa mattina, 26 ottobre 2014.
Davvero tanti i personaggi che sono passati dalla sua matita: oltre allo sceriffo di Tapioka City, Pepito el Drito, vanno ricordati doverosamente Tarzanetto, il giornalista Teddy Sberla, Piccola Eva, Poldo e Poldino, l’indianino Caribù con la sua testa durissima…
Un’altra colonna delle Nuvole Parlanti italiane ci ha dunque lasciati, solo pochi giorni dopo l’altrettanto compianto Giorgio Rebuffi.
La Sbam-redazione si unisce nel ricordarlo alle migliaia di lettori dei suoi fumetti.
(26/10/2014)