Frank Dickens, La “Bristow-giungla” aziendale, Oscar Mondadori 1976
Un tipico impiegato inglese, in impeccabile giacca e cravatta, con pantaloni a righe grigi, ombrello e baffetti. Talmente tipico che è identico alle centinaia di suoi colleghi che ogni mattina entrano sbuffando nei mega-uffici della Chester-Perry. Il loro principale impegno è far passare le ore che li separano dal momento dell’uscita nel modo meno faticoso possibile. Inutile dire che Bristow è abilissimo in questo impegno: è in grado di dormire in ufficio, organizza scommesse, chiacchiera coi colleghi durante le interminabili pause, inventa passatempi… Il tutto sempre con l’occhio puntato alla porta del capufficio, il collerico mister Fudge, onde non farsi scoprire dal cerbero.
Omini tutti uguali, giornate tutte uguali, ambienti tutti uguali, tutto e tutti grigi e anonimi: è trasparente la denuncia di Frank Dickens verso un certo sistema lavorativo alienante, verso un’organizzazione senza prospettive e non in grado di creare soddisfazioni e stimoli. Nel frattempo però, la sua matita non perdona neanche l’inettitutide di tutti questi impiegatini, inebetiti dalla loro quotidianità, senza guizzi e quasi sempre senza neppure un nome.
Dickens disegna con un tratto molto semplice, talvolta addirittura solo abbozzato, per quanto decisamente efficace: in questo senso, possiamo avvicinarlo ad altri grandi umoristi, da Johnny Hart a Mell Lazarus.
Colpisce però una sua caratteristica: quella di scrivere accanto al personaggio di turno l’azione che sta svolgendo, quando questa è particolarmente concitata (o forse – insinuano i maligni – quando l’autore non riesce a renderla adeguatamente col disegno…). Capita così di vedere scritte del tipo “salta! salta!” “scrivi! scrivi!”, “tira! tira!” accanto a Bristow o al suo collega, scritte che – anche se la traduzione in italiano elimina l’effetto onomatopeico dell’originale – rendono e valorizzano molto bene l’idea.
Un ottimo espediente, molto raro a vedersi nel fumetto occidentale (Jacovitti usava talvolta qualcosa di simile, ma con scopi più strettamente umoristici), più diffusa invece tra gli autori di manga.
Bristow è stato pubblicato in strisce giornaliere in Inghilterra dal 1962 (quando nacque come spin-off di un’altra serie di Dickens, Oddbod, di due anni prima) al 2001, e in Italia da Linus, Eureka e in raccolte da Milano Libri e Mondadori, come nel caso di questo volume della collana Oscar del 1976.
(Antonio Marangi • 14/08/2014)