Questa intervista fa parte dello Speciale che la nostra rivista ha dedicato ai 20 anni di Marvel Italia: potete leggerlo integralmente sul nr. 15 di Sbam! Comics, scaricabile gratuitamente da QUI. Di seguito, un estratto della nostra chiacchierata con Werther Dell’Edera.
Quando si dice una fortunata coincidenza… Abbiamo appena finito di leggere il bonelliano Orfani nr. 6, una storia gagliarda impreziosita dalle sontuose matite di Werther Dell’Edera, quando ci si presenta la possibilità di intervistare proprio il talentuoso disegnatore barese. Un artista che abbiamo ammirato fin dai tempi di John Doe e di cui abbiamo particolarmente apprezzato le frequenti incursioni sul terreno dei comics Usa, tanto DC (soprattutto sotto l’etichetta Vertigo) quanto Marvel. E proprio per la Casa delle Idee, è appena uscita negli States la sua più recente fatica americana: il graphic novel Spider-Man: Family Business, scritto da Mark Waid e James Robinson e illustrato dal tandem tutto italiano composto, oltre che da Dell’Edera, da Gabriele Dell’Otto. Trattandosi di una storia a tutti gli effetti inserita nella continuity ragnesca (dalla quale peraltro dobbiamo aspettarci sbalorditive rivelazioni sulla famiglia d’origine di Peter Parker…), per vederla in Italia toccherà purtroppo aspettare la fine dell’anno.
Intanto, noi di Sbam! inganniamo l’attesa chiacchierando amabilmente con il gentilissimo Werther.
Il manuale del perfetto intervistatore ci obbliga a cominciare con la domanda di rito: vuoi presentarti ai lettori?
Ok, e presentazione sia: ciao a tutti, mi chiamo Werther Dell’Edera e disegno fumetti. I miei esordi risalgono al 2003 con la miniserie Road’s End, edita da Magic Press insieme alla Innocent Victim. Da allora, passando per Detective Dante e John Doe, ho varcato l’Oceano e sono finito su Loveless, serie western scritta da Brian Azzarello per la Vertigo. Sempre per Vertigo ho lavorato su serie come House of Mystery e Greek Street e su personaggi come Constantine, con lo scrittore Ian Rankin. Ci sono state anche diverse incursioni nel mondo Marvel, ultima delle quali le matite per Gabriele Dell’Otto sul graphic novel Spider-Man: Family Business. Per quanto riguarda l’Italia, invece, al momento sono in forza alla scuderia Bonelli, in particolare (ma non solo) per il mensile Orfani.
Raccontaci qualcosa di più sul tuo rapporto con la Marvel…
Sinceramente non ricordo l’anno esatto in cui cominciò il mio rapporto con la Marvel. Rammento però che entrai in contatto con l’allora editor dei progetti speciali Axel Alonso, che mi affidò un paio di progetti insieme con Antonio Fuso. Da allora ho portato a termine diversi lavori per la casa editrice e ad alcuni di questi sono particolarmente affezionato. Quali? Beh, citare l’ultimo in ordine di tempo è sempre facile, ma in questo caso è anche vero: Spider-Man: Family Business è stata un’esperienza fantastica per la storia, scritta magistralmente da Waid e Robinson, ma soprattutto perché mi ha permesso di lavorare fianco a fianco con Gabriele Dell’Otto. Vedere le tavole prendere vita dai suoi colori è stata un’emozione davvero unica. L’Uomo Ragno, tra l’altro, è senza dubbio uno dei miei personaggi Marvel preferiti, assieme a Devil e Capitan America.
Avendoli provati entrambi, hai potuto riscontrare differenze significative tra i metodi di lavoro di Marvel e DC?
No, li ho trovati sostanzialmente uguali. Stesse tempistiche, stesso rispetto per il lavoro degli autori e, soprattutto, stessa grandissima competenza da parte degli editor.
Prima di salutataci, lasciaci sbirciare sul tuo tavolo da disegno: a cosa stai lavorando in questo periodo?
Dopo tre numeri di Orfani (il 6, il 9 e l’11), sto preparando un episodio per la collana Le Storie, su sceneggiatura di Francesco Artibani, e un altro per un Dylan Dog Color Fest, con testi di Gigi Simeoni. Anzi, ora che ci penso devo proprio tornare al lavoro: ciao, grazie per la chiacchierata e un saluto alla redazione e a tutti i lettori di Sbam!
L’intervista nella sua versione integrale – e molto, molto altro – è su Sbam! Comics nr. 15, scaricabile gratuitamente da QUI.
(Augusto Altobelli • 20/07/2014)