1994: nasceva Marvel Italia, un’avventura editoriale che, passando attraverso il successivo matrimonio con Panini, taglia oggi il traguardo dei 20 anni di successi. Sottraendosi per un attimo al flusso delle celebrazioni, Marco Marcello Lupoi ha con molta cortesia accettato di incontrare noi di Sbam! per una chiacchierata a 360 gradi sulla Marvel di ieri e di oggi, in Italia e nel mondo. Questa intervista fa parte dello Speciale che la nostra rivista ha dedicato a questo importante compleanno: potete leggerlo integralmente sul nr. 15 di Sbam! Comics, scaricabile gratuitamente da QUI. Di seguito, intanto, un estratto della nostra chiacchierata con MML.
Cominciamo dal fatidico 1994, che segna la nascita di Marvel Italia: quali sono i tuoi ricordi quando ripensi a quel periodo?
Si respirava un grande entusiasmo e per quanto mi riguarda, come da mia natura, c’era anche un po’ di apprensione. Il mondo dell’editoria italiana ci guardava con scetticismo, ma io ero convinto che si trattasse di una grande occasione, di quelle che capitano una sola volta nella vita.
Ci vuole sempre un po’ di lucida follia quando si intraprendono strade nuove, e io credo di avercene messa a sufficienza. Basti pensare che all’inizio ci mancava addirittura una ragione sociale, quindi fino a maggio abbiamo dovuto appoggiarci a quella di Marvel UK. E non avevamo neppure un direttore marketing, ruolo che per un mese ho ricoperto io in prima persona. Fatto sta che, dopo i cinque numeri zero presentati a Lucca a marzo, il 2 aprile siamo arrivati in tutte le edicole con un programma iniziale di 19 testate regolari. Ripensando a quel periodo faticoso ed entusiasmante, ricordo benissimo l’emozione per il primo albo che ho visto in edicola, i tanti problemi che abbiamo avuto e le soluzioni che ci siamo via via inventati, l’ufficio bolognese in cui siamo rimasti solo due anni, prima di trasferirci nel complesso Panini di Modena. E poi ovviamente ricordo tutte le persone che c’erano e che non sono più con noi, così come quelle che si sono aggiunte in seguito: all’inizio eravamo una trentina, compresi i collaboratori, mentre oggi siamo uno staff di 66 persone con 150 collaboratori, senza contare la redazione Disney. Attualmente sono oltre 200 le persone che lavorano regolarmente sul publishing Panini: non una cifra da poco.
Veniamo al presente. Nell’era dei film e del merchandising, i fumetti Marvel conservano ancora la grandiosità e il “sense of wonder” che tanti anni fa affascinarono il piccolo MML?
A mio avviso, nel corso degli anni la Marvel non è mai venuta meno ad alcuni punti fondamentali, che costituiscono il suo carattere distintivo e la sua forza. Per cominciare l’universo condiviso, che non è mai stato azzerato e in cui i suoi personaggi continuano a vivere e a crescere. E poi una grande varietà e libertà creativa: in Marvel oggi hai contemporaneamente fumetti quasi autoriali come Occhio di Falco, serie come gli Avengers di Jonathan Hickman, che pur essendo mainstream sono zeppe di concetti filosofici e metafisici, altri albi più scanzonati come Superior Spider-Man… insomma, c’è di tutto. Inoltre, è rimasta immutata la grande attenzione al lato umano dei protagonisti, alla loro fragilità. Intendiamoci: non che i personaggi di altri editori non siano “veri”, però la costruzione della personalità dei propri eroi è ciò su cui poggia l’intera filosofia narrativa della Marvel, e questo si percepisce.
Queste caratteristiche, secondo te, sopravvivono anche se ormai la Marvel è una grande industria di intrattenimento globale, in cui i personaggi passano disinvoltamente dai fumetti al cinema e viceversa?
Direi di sì. Se tu leggi solo i fumetti, e per assurdo neppure sai che esistono i film, tutta la costruzione regge benissimo lo stesso. Poi, certo, esistono logiche di marketing che portano a prendere alcuni degli elementi più “macro” dei film e a incorporarli nei fumetti. Così come, se c’è un eroe che al cinema ha un ruolo importante, ecco che il suo spazio aumenta di conseguenza anche negli albi. Senza i film, per esempio, dubito che un personaggio come la Vedova Nera, che per 50 anni è apparso in una storia ogni tanto, avrebbe avuto una propria serie regolare. E lo stesso discorso vale per Occhio di Falco.
L’intervista prosegue – con molto altro – su Sbam! Comics nr. 15, scaricabile gratuitamente da QUI.
(Marco De Rosa • 22/06/2014)