sbam_michele_beneventoQuando ha iniziato a studiare Storia e Critica del Cinema, facoltà nella quale si è pure laureato, probabilmente non immaginava di diventare un giorno disegnatore di fumetti professionista. Eppure è andata proprio così e oggi Michele Benevento – classe 1978 – si ritrova al centro dell’interesse di un gran numero di appassionati italici della Nona Arte. Merito senza dubbio di Lukas, la nuova miniserie di Sergio Bonelli Editore che ha debuttato nelle edicole il primo giorno di primavera e di cui Benevento è co-autore insieme allo sceneggiatore Michele Medda, uno dei “padri” di Nathan Never. Quello che segue è un estratto dell’intervista che potete leggere integralmente su Sbam! Comics, la nostra rivista digitale gratuita, nr. 14, scaricabile da qui.

Per prima cosa, presentati ai nostri lettori…
Sono a tutti gli effetti un disegnatore bonelliano dal 2008. In precedenza ho collaborato con Giuseppe Palumbo per alcuni speciali su Eva Kant e Ginko e con le Edizioni IF per la miniserie di Nick Raider.
Poi sono approdato all’editore francese Soleil, occupandomi della collana
Skyland. In Bonelli ho lavorato sulla miniserie Caravan, dove è nato il mio sodalizio professionale con Michele Medda, e su un numero di Dampyr (il 142, Ndr). È dalla fine del 2010, ormai, che insieme a Medda sono concentrato sul progetto Lukas, e devo dire che vederlo finalmente in edicola è davvero una bella sensazione.
Attualmente non ho un contratto di esclusiva con Bonelli, anche se praticamente lavoro solo per loro.

Parliamo di Lukas. Oggi, nei fumetti come in tv, sono di moda gli zombie: il tuo personaggio può essere assimilato alla categoria dei non-morti?
Diciamo che il personaggio di Lukas è una sorta di zombie “senziente”, per riprendere la definizione che ne ha dato Medda. Quindi è consapevole della sua natura di essere sovrannaturale, di “ridestato”, però non ricorda assolutamente chi è né da dove viene. E questo, ovviamente, lo scopriremo poco a poco nel corso della serie.

A proposito di definizioni, la più gettonata tra chi ha letto il primo numero pare essere “urban fantasy”. La condividi?
Anche in questo caso, si tratta di una definizione attribuibile in origine a Michele Medda. E io, devo dire, la trovo del tutto calzante: “urban” perché l’ambientazione delle storie è assolutamente metropolitana e, anzi, la città finirà per essere quasi una sorta di co-protagonista della serie; “fantasy” perché quella stessa città la scopriamo essere popolata da ogni genere di creature fantastiche e mostruose. Esseri favolosi nel senso etimologico di “fabula”, che poi è proprio quello che Lukas dovrebbe e vorrebbe essere: una bella fiaba per adulti.

sbam_LukasVeniamo alla genesi grafica del personaggio: è vero che la tua prima fonte di ispirazione è stato l’attore Eric Bana?
Siamo effettivamente partiti da Bana, ma in realtà si tratta di un modello che abbiamo ben presto superato: gli abbiamo rubato giusto qualche carattere, in particolare ispirandoci alla sua interpretazione nel film Munich di Steven Spielberg, perché ci piaceva l’aria dolente e smarrita del personaggio, che è poi la stessa che ritroviamo in Lukas all’inizio della storia. Proprio riferendosi a questo, qualcuno ha sostenuto che al primo approccio Lukas appare un protagonista privo del necessario carisma. In realtà, vorrei vedere chiunque di noi risvegliarsi dalla morte, uscire dalla tomba e ritrovarsi catapultato in un mondo che non conosce: non saremmo almeno un po’ confusi? Con il progredire della serie, poi, si scoprirà che dietro l’iniziale smarrimento di Lukas si nasconde qualcosa di diverso e inaspettato, di cui però al momento non posso parlare.

Nel corso della serie, oltre a te vedremo all’opera diversi altri disegnatori…
Ve li presento, sperando di non dimenticare nessuno. Già sui numeri 2 e 3 le matite saranno affidate a due new entries della scuderia Bonelli: Luca Casalanguida e Massimiliano Bergamo. Sarà quindi la volta di Frederic Volante, una vecchia conoscenza dei lettori di Magico Vento, e di Andrea Borgioli, che viene dritto dritto dalle pagine di Cassidy. Poi avremo Fabio Detullio, che abbiamo scoperto grazie all’esperimento del Davvero di Paola Barbato, un altro “Caravaniano” come Werner Maresta e infine Vincenzo Acunzo, che sul numero 12 affiancherà Massimiliano Bergamo alle chine. In ogni caso, Michele Medda e io seguiamo sempre tutte le fasi del processo creativo, dagli schizzi alla tavola definitiva.

La miniserie si articolerà in due archi narrativi distinti. Saranno tra loro autonomi o legati da una qualche continuity?
Saranno archi narrativi della durata di un anno, vale a dire 12 numeri ciascuno. Un po’ come se si trattasse delle prime due stagioni di un serial televisivo. Esisterà ovviamente un legame, ma, proprio per come sono stati concepiti la serie e il personaggio, si tratterà alla fine di due storie quasi completamente distinte. Però, perdonami, non posso anticipare di più…

(Marco De Rosa • 04/04/2014)