Cover_cloneQuando si ha a che fare con un personaggio come l’Uomo Ragno, con oltre 50 anni di storia editoriale alle spalle, non è semplice fare una classifica di quei racconti davvero fondamentali. Se c’è però una saga che non deve per nulla mancare in una spider-biblioteca degna di questo nome, questa è proprio la mitica Saga del Clone. Attenzione, non quella degli anni Novanta, con gli enne-mila cloni, Ben Reilly e Zia May che muore e non muore: parliamo proprio della primissima saga raccontata nel 1975 dal poker delle meraviglie ConwayAndruGiacoiaHunt sulle pagine di Amazing Spider-Man (d’ora in poi ASM, così facciamo prima), e ristampata interamente – dopo l’edizione della leggendaria Corno –  nel 2011 da Panini Comics sulla collana “ombrello” Marvel Saga.
I personaggi principali della storia sono tre: il nostro amato tessiragnatele, il suo primo grande amore Gwen Stacy ed un criminale nuovo di zecca chiamato Sciacallo, di cui non si sa nulla (un po’ come successe all’epoca dell’esordio del primo Goblin).

La saga in realtà non inizia “di botto”, ma ci vuole più di un anno prima che i pedoni prendano il loro posto sulla scacchiera. Lo Sciacallo esordisce infatti nel febbraio del 1974 su ASM 129 (Marvel Saga 5), ed in realtà non sembra essere un criminale destinato lasciare il segno: lo vediamo infatti ingaggiare il Punitore – qui alla sua prima apparizione – per uccidere l’Uomo Ragno, senza che sia spiegato il motivo di tanto odio nei suoi confronti. Alla fine dell’episodio, dopo l’ovvio chiarimento tra Spidey e Castle, lo Sciacallo torna nell’ombra. Ricompare 10 mesi dopo su ASM 139 (Marvel Saga 6), e anche qui lo vediamo nei panni del mandante: ingaggia Grizzly, “non-genio” del crimine, per catturare Peter Parker, sperando di attirare in trappola il tessiragnatele che tante volte questi ha fotografato: ma niente da fare, anche questa volta il ragnetto si libera dell’improbabile nemico e lo Sciacallo ritorna nel nulla.

Ombra-di-GwenNel frattempo, parecchi cambiamenti sono alle porte per Peter, soprattutto dal punto di vista amoroso: all’aeroporto Kennedy, pronto per partire alla volta di Parigi, la rossa Mary Jane Watson gli augura buon viaggio con un lunghissimo (e attesissimo dai lettori) bacio: dopo la morte di Gwen – di cui Peter vede, come una triste allucinazione, la sagoma aggirarsi ancora per New York – il nostro protagonista può tornare a sorridere. Non per molto, però: al ritorno dalla Ville Lumière scopre infatti che zia May è finita all’ospedale per un fortissimo shock, causato dall’aver visto – anche lei – in giro per la Grande Mela quella sagoma che sembra Gwen. O meglio… che è Gwen! E Peter la trova proprio nel suo appartamento ad attenderlo…

La saga vera e propia inizia proprio da qui, dall’incontro tra il nostro eroe ed il suo redivivo amore, pubblicato sulle pagine di ASM 145 del luglio del 1975 (Marvel Saga 7). Sul successivo 146 scopriamo che a celarsi dietro il ritorno di miss Stacy è proprio il misteriosissimo Sciacallo: che però, per il momento, preferisce stare dietro le quinte, e mandare avanti un altro “maestro del crimine” da lui ingaggiato, lo Scorpione. Dopo aver inflitto a questi un’umiliazione indimenticabile (una ramanzina da Zia May!), uno Spidey sentimentalmente più confuso che mai prova a riannodare le fila del “mistero-Gwen”.

Ma il tempo per pensare è poco: il vero antagonista sta per irrompere sulla scena. La saga infatti entra nel vivo con l’episodio intitolato La Tarantula è una bestia letale (ASM 147, sempre su Marvel Saga 7): Tarantula, terrorista catturato qualche mese prima proprio dal ragnetto, viene fatto evadere dallo Sciacallo ed entra subito in azione, attaccando il nostro eroe in pieno giorno, prima in mezzo al traffico di New York e poi spostando lo scontro all’interno di un bus gremito di gente. La scena è surreale: mentre i due si danno botte da orbi, l’autista non stacca gli occhi dalla strada e, anzi, li invita ad accomodarsi nei sedili posteriori! Per concludere la scena in bellezza, dopo che tutti i passeggeri sono scesi, ecco comparire sull’autobus proprio la bionda Gwen, che sembra non accorgersi di niente e di nessuno. “Nessuno si comporta così!”, grida il nostro rivolto all’autista… che si rivela essere proprio lo Sciacallo!

Accade così che dopo una puntura di sedativo gentilmente offerta da Tarantula, Spidey si ritrovi incatenato su un tristemente famoso ponte, con il suo nuovo nemico pronto a gettarlo nel vuoto. E dalle parole dello Sciacallo cominciamo a capire qualcosa di più su di lui: “A lei ho dato la vita… mentre a te darò la morte… uccidendoti come tu, due anni fa, hai ucciso Gwen Stacy!” dice all’Uomo Ragno.

SciacalloCosa vuol dire questa frase lo scopriamo poco più avanti, dopo che Peter (uscito ovviamente indenne dalla trappola del cattivaccio) si incontra con Ned Leeds, che lo aggiorna sugli ultimi sviluppi delle indagini sulla ragazza: si scopre così che “Gwen” non è Gwen, ma un suo clone, cioè un soggetto creato artificialmente in tutto e per tutto uguale alla fanciulla, partendo dal suo DNA! Filamento genetico che potrebbe essere stato prelevato alla bionda durante un esperimento all’epoca in cui i due fidanzati erano studenti universitari. Peter e Ned si precipitano così all’università, per scoprire che quei campioni di sangue sono scomparsi: a rivelarlo è il professor Miles Warren, insegnante dell’epoca e “padrino” universitario di Peter… I sospetti ricadono allora sull’ex assistente di questi, Anthony Serba: lo Sciacallo, forse, ha finalmente un nome!

L’Uomo Ragno si mette allora sulle tracce dello scienziato, e trova sulla sua strada (di nuovo) Tarantula: ma stavolta sono dolori per l’ispanico. Mentre Spidey si rilassa dopo averlo malmenato, ecco arrivare il colpo dello Sciacallo, con il senso di ragno che fa cilecca… Il motivo è più che ovvio: il senso avverte solo dei pericoli… e quali pericoli può portare il professor Miles Warren, uno dei più cari amici di Peter Parker?! Ecco svelato il mistero: è proprio lui, uno delle persone che più lo hanno avuto a cuore, ad odiarlo al punto di volerlo morto. Ce lo rivela lo scienziato stesso in pieno delirio: anche lui era innamorato di Gwen, anche lui aveva pianto quando ha saputo della sua morte, e anche lui (come Peter) aveva dato al colpa all’Uomo Ragno. E così, per superare il dolore, ha deciso di ridarle vita, utilizzando i campioni di sangue prelevati a lezione e gli studi sulla clonazione realizzati dal suo assistente . Ma questo non gli bastava: lo Sciacallo doveva liberare il mondo dall’Uomo Ragno: ecco perché ha ingaggiato prima il Punitore (conosciuto poco dopo la strage della famiglia di questi, come narrato in Punisher Year One, di cui vi parlavamo qui ), poi Grizzly e lo Scorpione, fino ad intervenire in prima persona.

Lo scontro finale ha così luogo, ed il posto prescelto è lo Shea Stadium: dove L’Uomo Ragno si trova di fronte (oltre allo Sciacallo)… un clone di lui stesso! La battaglia è durissima, una gigantesca bomba sta per esplodere e due vite sono appese ad un filo… chi vincerà? Una volta tanto, chi non vi aspettereste mai.

Anche se vivo, muoio (pubblicazione originale su ASM 149, sempre Marvel Saga 7), apice narrativo di un anno di sottotrame orchestrate abilmente da Gerry Conway (al suo ultimo episodio) è – a parere di chi scrive – uno dei più avvincenti racconti dell’Uomo Ragno di tutti i tempi: un thriller mozzafiato, di quelli in cui ti può bruciare la casa intorno e tu, lettore, stai lì bloccatoa leggere. Una trama in cui non mancano gli elementi esilaranti (memorabile il poliziotto che, convinto di essere il nuovo Eliott Ness, libera l’Uomo Ragno dalle catene per farsi fotografare dalla stampa con la preda… che gli scappa), ma che non perde mai vista il vero dramma di fondo: quando la morte si prende il tuo amore, niente e nessuno te lo può ridare. Specialmente se non sei un supereroe.

(15/03/2014 • Roberto Orzetti)