Quanto ci mancava Frank Castle nel 1995! La Star aveva chiuso il magazine Il Punitore un anno e mezzo prima e da allora, noi fan dell’antieroe più famoso dell’universo Marvel eravamo costretti a vagare da una testata all’altra alla ricerca di qualche storia. Nel passaggio Star Comics / Marvel Italia – aprile 1994 – una delle domande più frequenti dei lettori poste a Lupoi & C. era stata appunto quella sulle sorti del Puni, all’epoca ancora in auge (sarebbero venuti tempi più bui, come sanno i lettori dei primi anni 2000) ed ancora forte di tantissime e valide storie inedite. La truppa Marvel Italia sondò quindi il terreno, dapprima con uno speciale estivo (Psychoville, luglio 1994), poi con una miniserie con coprotagonisti Devil e Nomad nell’inverno dello stesso anno: il tutto per prepararsi al lancio della maxi serie Punisher: Missione Suicida (6 nn., Marvel Italia, Febbraio/Luglio 1995).
L’idea era semplice e, a parer mio, vincente: proporre in edicola una collana per la prima volta “tutto-Punitore” (non più un magazine quindi) contenente del materiale “sicuro”, che soddisfacesse sia i vecchi fan, che attendevano da più di un anno un cenno di ripresa, sia coloro che si avvicinavano per la prima volta al personaggio, forse attratti anche dalla scelta di mantenere il nome originale in copertina senza la traduzione (anche un sostenitore dell’italiano a tutti i costi come me comprende il diverso appeal che ha la parola “Punisher” rispetto a “Il Punitore”…).
La saga Suicide Run è il classico crossover anni 90, di quelli che facevano imbufalire i lettori: tutte le tre testate del personaggio erano coinvolte, in una storia in 11 capitoli “tutto azione” perfettamente suddivisi tra le tre serie.

Gli autori coinvolti? Livello Champions League! Su Punisher (nn. 85, 86, 87, 88) la coppia Steven Grant / Hugh Haynes, con gli inchiostri di McKenna, Gray e Holdredge. Punisher War Journal (nn. 61, 62, 63, 64) era invece affidata al miticissimo Chuck Dixon (testi), con i disegni di Gary Kwapisz. Infine, su Punisher War Zone (nn. 23, 24, 25) scendevano in campo i “top players”: Larry Hama ai testi, John Buscema alle matite ed il trio MaverikNichols-Palmiotti a rifinire.

La trama? Semplice, lineare, e dannatamente efficace. Frank Castle ha elaborato il piano definitivo per liberare New York da tutti i boss. Solo che quel piano avrà una percentuale di rischio piuttosto elevata: si tratta infatti di far saltare in aria un intero palazzo, che ospita il gotha del crimine newyorkese, riunitosi in gran segreto. E, per evitare che qualcuno possa fuggire anzitempo, dovrà esserci anche Castle in quel palazzo, a fare da bersaglio umano in attesa del boom. E l’esplosione arriva, devastante, letale per i pochi superstiti. Forse anche per Castle. Almeno così pensano i suoi fidi scudieri di allora, Microchip ed il tonto (ma utile) Mickey Fondozzi (uno dei pochi superstiti della guerra che Castle scatenò anni prima alla famiglia Carbone), che se la danno a gambe.
Ma il Punitore ha mille vite, la mala lo sa bene… e nonostante gli crolli addosso un palazzo, lui è ancora lì, malconcio ma vivo. Per sfuggire al cordone della polizia, decide quindi di usare un trucco vecchio ma sempre buono (ricordate Ulisse con Polifemo?). Un trucco che lo porterà fino alla tranquillissima cittadina di Laastekist, dove conoscerà Amy, una bambina molto speciale.
Ma non c’è pace neanche in provincia: se si sparge la voce che a pochi km da New York c’è qualcuno che ha le stesse impronte del Punitore creduto morto, e che magari questo qualcuno è rinchiuso al sicuro tra le quattro mura di una cella nell’ufficio dello sceriffo locale (il padre di Amy), quanto ci metteranno tutti i malviventi, i poliziotti e i vigilantes di mezza America a mettersi in strada per andarlo a trovare? Da qui in poi i colpi di scena sono continui ed incessanti, ed il finale sorprendente.

La particolarità si questa saga è che, insieme al protagonista principale, compaiono diversi comprimari, tutti rappresentativi di una società che gli autori della saga vogliono rappresentare come “marcia” fino al midollo, forse anche per fornire una giustificazione al comportamento da paranoico assassino che Castle ha avuto in tutti questi anni. Tra i tanti spiccano sicuramente le due facce della legge: da un lato il violentissimo Blackwell, poliziotto senza alcuno scrupolo che odia a morte il Punitore ma che oltrepassa, spesso e volentieri, quegli stessi principi che nemmeno questi oserebbe mettere in discussione. Dall’altro lo sceriffo Bendix, che mai più avrebbe pensato di dover difendere la sua cittadina da un’orda di pazzi assassini; e men che meno di combattere contro di loro al fianco di un uomo ricercato dalle polizie di tutti gli stati d’America. Ma, quando c’è in ballo la vita della piccola Amy, deve scegliere da che parte stare.
A impreziosire ancora questa miniserie c’è poi la bellissima storia d’appendice Punisher: Year One, che racconta finalmente i primi passi del devastato Frank Castle dopo quel tragico pic-nic a Central Park, iniziando proprio da quando le pistole hanno cessato di sparare. Scopriremo cos’ha spinto Frank Castle, veterano pluridecorato, a non credere più nella giustizia e a spingersi sul sentiero della vendetta. Conosceremo poi il giornalista McTeer, un reporter semi alcolizzato del Daily Bugle che si rivelerà essere il primo amico del futuro vigilante. E pure il detective Johnny Laviano, che si arrenderà alla giustizia di Castle dopo aver riconosciuto l’impotenza della legge che rappresenta. Ma vedremo anche un giovane dottor Miles Warren ad accogliere in ospedale il moribondo Castle dopo la sparatoria di Central Park… quello stesso Warren che, qualche anno più tardi, nei panni dello Sciacallo, si servirà del Punitore  come sicario contro un certo arrampicamuri. A dimostrazione che nulla o quasi, nell’universo Marvel, è scritto per caso! Ai testi il duo Abnett & Lanning, matite di Dale Eaglesham e chine di Scott Koblish.

Questa recensione amarcord avevo uno scopo ben preciso, che spero di aver raggiunto: farvi conoscere due perle del fumetto Marvel anni 90 quasi sconosciute ai più e realizzate da un team d’autori da sogno. Il tutto in una miniserie che, data l’inflazione del personaggio per colpa dei troppi, assurdi, stravolgimenti alla sua figura, si può trovare in fumetteria con un investimento di meno di 10 euro… E non serve nemmeno troppo spazio nella libreria! Se non è un privilegio questo…

(04/07/2013 • Roberto Orzetti)