Nel 2005 hanno acquisito i diritti di pubblicazione in Italia di quello che sarebbe divenuto un fenomeno editoriale: The Walking Dead. Da allora sono diventati editori in esclusiva del catalogo Skybound, l’etichetta di Robert Kirkman, autore e scopritore di fumetti di grande successo come il nuovo (in Italia) Witch Doctor. Stiamo parlando di saldaPress, piccola casa editrice di Reggio Emilia che, in pochi anni, ha conquistato una grossa fetta del pubblico nostrano appassionato di fumetti. Noi di Sbam! abbiamo intervistato il direttore editoriale Andrea Ciccarelli, per scoprire cosa si nasconde dietro il loro successo.

Come nasce saldaPress?
saldaPress è la divisione editoriale di Gruppo Saldatori, studio che si occupa di grafica e comunicazione. È stata inaugurata nel 2001 con l’intenzione di pubblicare storie a fumetti sia su licenza che come prodotto. Abbiamo iniziato pubblicando su licenza di Kodansha il manga de L’Uomo Tigre, e producendo I giochi della morte, una storia di Michele Petrucci. Negli anni precedenti eravamo venuti a contatto con Innocent Victim, etichetta fondata da Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli, con cui c’era stato modo di collaborare; da lì è nata la volontà di trasformare una collaborazione in un’attività e diventare editori a tutti gli effetti.

Come è nato il rapporto con la Image Comics?
Il primo contatto è avvenuto nel momento in cui noi cercavamo dei titoli da pubblicare all’interno del catalogo saldaPress; noi eravamo interessati ad alcuni dei loro prodotti, così come altre case editrici italiane, perché Image non ha un’esclusiva in Italia. Abbiamo scelto alcuni titoli che ci interessavano e ne abbiamo chiesto i diritti.

E tra questi titoli c’era anche The Walking Dead
Col passare degli anni, nel 2005, tra i vari titoli che ci interessavano c’era anche The Walking Dead, e ne abbiamo chiesto i diritti, che erano liberi per l’Italia. Io avevo letto il fumetto e mi era sembrato un buon titolo, ben scritto e ben disegnato. Così, abbiamo iniziato a pubblicarlo, in tempi non sospetti verrebbe da dire, perché al tempo non esisteva neanche l’ipotesi di una serie televisiva. Il titolo pian piano è cresciuto sia da noi che negli Stati Uniti, grazie soprattutto al passaparola tra i lettori. Con il tempo il rapporto di fiducia con il gruppo guidato da Robert Kirkman si è rinsaldato, e quando all’interno di Image Comics è nata l’etichetta Skybound, che raccoglie tutti i titoli scritti da Kirkman, e quelli prodotti o scelti da lui, visto che a loro piacevano le scelte che avevamo fatto, è stato quasi automatico per noi diventare loro editori in esclusiva per il catalogo Skybound.

Catalogo che comprende anche Witch Doctor
Witch Doctor rientra infatti nell’accordo che abbiamo fatto nel novembre 2012 su tutto il catalogo Skybound; un accordo in esclusiva su tutto quello che loro hanno pubblicato e pubblicheranno.
Oltre a Witch Doctor e The Walking Dead, fanno parte del catalogo titoli come Thief of thieves, Invincible, Clone, The Astounding Wolf Man, e tante altre serie.

Tornando a The Walking Dead, vi aspettavate un successo di questa portata?
Ovviamente la speranza c’è sempre. Fa parte del lavoro dell’editore scegliere dei titoli perché gli piacciono e perché immagina che piaceranno ai lettori.

Quanto ha inciso sulle vendite del fumetto il successo della serie televisiva?
Se parliamo degli Stati Uniti, direi tantissimo. Da loro, infatti, la diffusione della serie tv è molto grande. Da noi, invece, la serie televisiva è ufficialmente limitata alle persone che la guardano su Sky, alle quali vanno aggiunte le persone che la scaricano. La sproporzione tra pubblico americano e quello italiano è quindi altissima, per questo la serie tv ha contato meno da noi che negli USA: io dico che 2/3 dei lettori della serie The Walking Dead c’erano prima che iniziasse la serie in tv. Il discorso cambierebbe se da noi la serie tv andasse in chiaro, perché in Italia il numero di persone che guardano la tv in chiaro è molto più alto, in proporzione, rispetto ad altri paesi.

La vostra politica editoriale prevede l’uscita di volumi da libreria e poi quella di albi in edicola. Non c’è il rischio che i due prodotti entrino in concorrenza tra loro?
L’albo da edicola è un nuovo progetto che è partito nel novembre dell’anno scorso; per noi è stata una scommessa, in quanto era la prima volta che distribuivamo un titolo in edicola, con modalità completamente diverse rispetto alla libreria. In questi pochi mesi, ci siamo resi conto che in realtà quello dell’edicola è un pubblico quasi completamente differente rispetto a quello della fumetteria/libreria. I lettori che seguono The Walking Dead in edicola, molte volte l’hanno scoperto lì, non sapendo precedentemente dell’esistenza del fumetto; alcuni pensano addirittura che il fumetto sia stato tratto dalla serie televisiva. Si tratta per lo più di nuovi lettori, anche se non mancano quelli che vogliono collezionare tutte le edizioni di The Walking Dead. Venendo alla domanda, per adesso non abbiamo notato una sovrapposizione tra i due prodotti, tant’è che in questo momento c’è ancora un distacco tra i due: in edicola siamo su quello che sarebbe il quinto volume da libreria, mentre in libreria siamo al quattordicesimo volume. Quest’anno abbiamo anche aumentato il numero di uscite in volume, e a Lucca, a novembre, usciremo con il diciassettesimo.

A parte l’importazione e la traduzione di fumetti esteri, quanto è difficile per un editore medio-piccolo fare anche produzione interna? Quali sono le maggiori difficoltà?
Aspetto economico a parte, credo che la difficoltà più grossa derivi dal fatto che molte case editrici, compresi noi, hanno piccole strutture che difficilmente sono strutturare per seguire un progetto che viene prodotto ex novo. L’esempio più classico è dato dalla mancanza di un editor all’interno della casa editrice, quella persona che possa seguire gli autori dal punto di vista dell’editing; inoltre, è necessaria una struttura promozionale per comunicare l’esistenza di un nuovo fumetto. Quando si importano storie dall’estero, in gran parte il lavoro promozionale fa leva su ciò che è già stato fatto all’estero. Credo che sia una situazione comunque destinata a cambiare, perché se si vuole avere un peso come casa editrice, si deve iniziare a produrre cose che poi si possono esportare. Per adesso di queste realtà ce ne sono poche, ad esempio BAO è una piccola casa editrice che però si sta strutturando bene da quel punto di vista.

Puoi darci qualche anticipazione sulle vostre prossime pubblicazioni?
A maggio siamo usciti con un nuovo titolo della collana Z, The Dead: serie a tema zombie, ambientata in Inghilterra, scritta da Alan Grant e disegnata da Simon Bisley. A giugno usciremo con Thief of Thieves, serie creata da Robert Kirkman, che sperimenta un particolare modo di scrittura: il gruppo di scrittori si riunisce insieme a Kirkman nella writers room, decidono lo sviluppo dell’arco narrativo, poi uno degli scrittori viene incaricato di svilupparlo a livello di sceneggiatura. Negli USA è da poco uscito il secondo volume, noi usciamo con il primo. In edicola continuano le uscite di The Walking Dead (qui l’ultimo numero, Ndr). C’è poi Invincible, per il quale abbiamo trovato il modo di proporre in Italia tutto l’universo all’interno del quale la serie è inserita (l’Invincible Universe, qui da noi mai pubblicato prima nella sua interezza): abbiamo cercato un modo per introdurre nuovi lettori a questo divertente universo di supereroi, senza costringere chi ha seguito la serie in passato a ricominciare dall’inizio.

Grazie ad Andrea Ciccarelli: per la versione più ampia di questa intervista e per molte altre informazioni sulle attività di saldaPress vi invitiamo a scaricare il nr. 9 della nostra rivista digitale Sbam! Comics, disponibile gratuitamente qui.

(Sergio Brambilla)