Sbam! Comics ha incontrato e fatto due chiacchiere con Alessandro Bocci, disegnatore in forza alla Bonelli nel “gruppo” di Dampyr. Al suo attivo ha anche, tra le altre cose, Lazarus Ledd, Conan e collaborazioni con le francesi Glenat e Soleil. Il suo tratto elegantissimo non può non colpire gli appassionati: e ancor di più sapendo che Alessandro è completamente autodidatta e ha costruito il suo stile osservando i grandi maestri (ci ha citato in particolare Milo Manara e Fabio Civitelli) e lavorandoci sopra.
L’intervista completa è disponibile sul numero 2 di Sbam! (scaricabile qui): anticipiamo qui due risposte particolarmente interessanti, sulle sue tecniche di lavoro e sull’iniziativa Artists Alley che ha costituito con Fabiano Ambu e Marco Santucci. E Bocci ci dice dove gli piacerebbe portare finalmente l’arte-fumetto.

Che tecniche usi per il tuo lavoro?
Tecniche tradizionali, io non uso il digitale, anche se sono molto affascinato da tutto ciò che è tecnologico, soprattutto la colorazione. Ma essendo io un appassionato di disegno, continuo ad amare quello classico: matita, china, carta… Faccio poi una scansione e per il colore utilizzo Photoshop, anche se non sono un gran colorista e i lavori che faccio per la Francia, per esempio, vengono poi colorati da coloristi professionisti. Per quanto riguarda il disegno invece – matite e chine –di solito faccio tutto io, anche se ultimamente, soprattutto per i lavori per la Francia, mi sto avvalendo dell’aiuto di inchiostratori, in modo da finire i lavori più velocemente.

Parlaci dell’inizativa “Artists Alley”…
Quello degli Artists Alley è un fenomeno diffusissimo, quasi “normale” negli Stati Uniti, mentre è praticamente una novità in Italia. Sono gruppi di artisti che si propongono al pubblico durante fiere e manifestazioni per farsi conoscere al grande pubblico, presentare le proprie opere, realizzare tavole su commissione e vendere originali, in modo del tutto svincolato da editori o altre strutture. Noi tre ne abbiamo fondato uno e l’abbiamo chiamato  proprio “Artists Alley” per dare subito l’idea. Sta andando bene e finché funziona la portiamo avanti. La mia opinione è che anche in questo caso, così come per il fumetto digitale, l’asticella della prestazione debba essere alzata, nel senso che la fiera fumettistica comincia a essere un po’ stretta e dobbiamo indirizzarci verso i mercati dei collezionisti e verso le gallerie. La mia idea è di avvicinare l’originale di una tavola molto di più a una galleria d’arte che a una fiera fumettistica. Nella maggior parte dei casi, infatti, il lavoro è superiore a certe opere artistiche; io vorrei avvicinare tutto ciò che è disegno originale all’arte, e voglio farlo senza compromessi: se espongo in una galleria voglio farlo con la mia arte, come fumettista, non trasformandomi in pittore o illustratore!

(14/04/2012)