Difficile, difficilissimo dire qualcosa di nuovo su Lupo Alberto, uno dei personaggi più popolari in assoluto della storia del fumetto italiano. Innamorato da sempre della gallina Marta, da sempre in lotta col cane da guardia Mosè e da sempre tormentato da Enrico la Talpa, che – sbucando da sottoterra – lo scambia sistematicamente per un misterioso Beppe. E poi Glicerina il papero, Cesira moglie di Enrico, i genitori di Marta, il maiale Alcide, il tacchino Alfredo, il toro Krug, eccetera eccetera…
Guido Silvestri, in arte Silver, ha incontrato il pubblico durante Cartoomics 2012, rispondendo alle domande dei lettori, e abbiamo potuto ascoltare qualche simpatico retroscena che vi riportiamo qui.
Ad esempio, Lupo Alberto è il personaggio in assoluto di maggior successo nel merchandising (diari, poster, penne, cuscini, pupazzi e chi più ne ha più ne metta) tra tutti quelli NON nati appositamente per il merchandising stesso (caso, ad esempio, di Hello Kitty, nata per l’oggettistica e approdata poi al fumetto).
“Ma io non l’avevo pensato per essere usato al di fuori del fumetto” – ha detto Silver – “infatti Lupo Alberto è molto difficile da trasformare in pupazzo, pieno come è di spigoli, peli, parti sottili e altri elementi molto difficili da… pupazzare”.
Parliamo comunque di un personaggio record del fumetto italiano: 1400 strisce e 250 storie “lunghe” in 40 anni circa (dati citati a memoria dallo stesso Silver), inizialmente realizzate dall’autore da solo, per testi, disegni e chine.
Progettando la sua rivista, si è deciso di utilizzare il formato ad albo orizzontale, tipicamente americano, e oggi noto in Italia come “formato-Lupo Alberto”, caso rarissimo di identificazione formato-personaggio (gli altri probabilmente sono solo il tascabile di Diabolik e il celebre formato-Bonelli utilizzato per Tex e soci).
Un fenomeno particolare – ha raccontato Silver – è stato quello della posta dei lettori della rivista Lupo Alberto: “Con il tempo era diventata una vera e propria rubrica-confessionale, passando dalle classiche domande sui personaggi e sulle storie future a narrazione di fatti personalissimi dei lettori che chiedevano consiglio sulla propria vita!”.
Questo successo ha portato alla realizzazione di cartoni animati col personaggio, ma la reazione del pubblico non fu quella attesa: “Fui sommerso di contumelie dai fans che non apprezzavano come era stato reso il Lupo nei cartoon! Non piaceva la voce (era doppiato da Francesco Salvi, mentre Lella Costa parlava per la gallina Marta), non piaceva il modo di muoversi… Il problema è che ognuno di noi quando legge un fumetto si crea in testa i personaggi ‘vivi’ a modo suo, dando loro una voce e uno stile personali, ed è impossibile che questa immagine coincida con quella che poi vedi nel cartoon”.
Il Lupo ha avuto strisce, tavole e storie lunghe: Silver afferma di preferire comunque la striscia, la gag fulminante che colpisce il lettore facendolo sorridere se non proprio ridere: “Lavorandoci, mi capita di partire dalla battuta finale e quindi costruirci sopra la striscia, altre volte ho in mente un dialogo e lo porto alla battuta finale”.
Nelle immagini, la cover di un’edizione di Lupo Alberto in volume (Glenat Italia, 1986) e un disegno di Silver che raffigura l’evoluzione grafica del personaggio.