Gesebel, la monarca dispotica del pianeta Virgin, domina una società dove le donne sono protagoniste assolute: gli uomini – i “maschi” – sono trattati da schiavi, rinchiusi in harem, costretti a combattere nelle arene, trattati con assoluto disprezzo dalle “femmine”, tutte bellissime, agilissime, cattivissime e ovviamente un po’ ninfomani. L’unico uomo che gode di relativa libertà è il servitore muto di Gesebel, il viscido e servile Mabus. Tra le generalesse di Virgin City, la capitale, spicca Galena: invidiosa del potere di Gesebel, trama per prenderne il posto.
Virgin City funge anche da base per le scorribande di Gesebel e delle sue terribili Corsare dello spazio, tutte ai danni delle flotte spaziali mercantili della Galassia 1, depredate di merci e di uomini.
La Galassia 1 si difende con l’esercito guidato dal nazistoide Generale Brosk, talvolta anche alleandosi con i popoli – altrimenti nemici – dei Mercurei e del terribile mondo-vampiro dei Pipistrelli. Il potere è in mano al Presidente, l’oppositore politico del regime è Marx, l’ordine pubblico è (dovrebbe essere) gestito dal corrotto Capo della Polizia, mentre l’unico personaggio cristallino e dalla retta morale, il Capitano Star, è catturato dalle Corsare e venduto all’asta come schiavo.
Tra i fumetti neri degli anni Sessanta, Gesebel non è certo uno dei più celebri o dei più ricordati. Durò pochissimo, solo 23 numeri, tra il febbraio 1966 e l’ottobre 1967. Voleva essere sexy, ma era molto meno sexy degli albi di Renzo Barbieri (uno per tutti, Isabella). Voleva essere violento, talvolta horror, ma era lontanissimo dalle atmosfere di Satanik. Voleva essere fantascientifico (anzi, uno “spazial-fumetto”), e infatti nacque proprio perché l’Editoriale Corno sentiva di dover colmare quel “buco” nell’unico genere di cui non pubblicava nulla.
Però rimane un personaggio storico: è una delle opere di Magnus&Bunker, che già realizzavano Kriminal, Satanik e Dennis Cobb, e che stavano per lanciare Alan Ford e Maxmagnus. Gli elementi di satira sociale sono notevoli (il femminismo alle porte, la corruzione della classe dirigente…). E Gesebel è il personaggio che diede modo a Magnus di dare il meglio di sè in un’arte in cui davvero teme pochi rivali: disegnare la figura femminile. Le “sue” donne erano completamente nuove per l’epoca: sguardo duro e volitivo, contorni secchi e precisi, poche ombre a spezzare le figure di queste fanciulle sempre perfette. Narda e Diana Palmer erano ormai lontani ricordi. Ovviamente la censura imperversò e spesso i disegni dovettero essere ritoccati con aggiunta di linee strategiche per trasformare una gamba nuda in una tuta aderente. Gesebel fu per Magnus un’ottima palestra per il (molto) successivo Milady nel 3000.
Dopo solo sei numeri, Magnus e Max Bunker abbandonarono il personaggio che passò prima a Erasmo Buzzacchi (testi) e Roberto Corbella Peroni (disegni), per i numeri 7-20, e poi a Luigi Corteggi (comunque copertinista dell’intera serie) per gli ultimi 21-23.
Luigi Bernardi e Paolo Ferriani hanno dedicato a Gesebel una monografia, nella serie “I quaderni del fumetto italiano” (Alessandro Distribuzioni, 1986; nella figura a lato la copertina, dallo stesso volume è tratta l’illustrazione di Magnus in alto).
Nel 1990 Max Bunker stesso ha ristampato i “suoi” sei episodi (nell’immagine in apertura di articolo il primo albo) in una nuova serie che riproduceva anche le copertine degli originali. Così descriveva il personaggio nell’editoriale del primo numero: “I critici ritengono che Gesebel sia una delle opere minori del duo Magnus & Bunker. Forse tutti i torti non li hanno. Infatti il concetto di ‘minore’ è sempre riferito a un modesto esito commerciale e ad una durata limitata. Entrambi gli elementi ci sono stati. Gesebel durò 23 (o 24?) numeri, vivacchiando con alti e bassi, più bassi che alti, per circa due anni prima di estinguersi nel mare magnum dei fumetti incompresi. Ricordo quando Magnus premeva su di me perché facessi qualcosa di fantascienza, io che di fantascienza ne avevo sempre masticata poca (…). Così per accontentare i miei cari fans pubblico una mini-serie, i primi sei numeri, quelli di Magnus & Bunker, perché la vera Gesebel è questa qui“.
(Antonio Marangi)