Laura Scarpa, “Venturina veneziana”, L’Isola Trovata, 1980.

Un delitto, una commedia teatrale, il carnevale, le gondole, le calli, il dialetto: c’è tutto di Venezia in “Venturina veneziana“, anche la caccia al tesoro dell’antica formula alchemica per produrre la venturina, appunto.  Sia il testo che i disegni sono di Laura Scarpa, veneziana (ovviamente :-), fumettista, illustratrice, giornalista e saggista, soprattutto di fumettistica.

Così ha scritto il suo collega Antonio Tettamanti nell’introduzione a questa edizione, pubblicata da L’Isola Trovata nella serie “I racconti delle nuvole”:

“(…) Laura oltre che mitteleuropea (di sponda) è principalmente una patriota veneziana a livello del Nievo di buona memoria. Non c’è altro dio se non Venezia, i canali hanno un buon odore. Umido? Quantomai. E se ci sono dieci gradi sottozero per lei è clima salubre. Tutto ciò non fa che rendere ancora più simpatica Laura (…). E dove volete che l’ambientasse una sua storia.
Per l’appunto, questa Venturina, gli elementi classici della città lagunare (oh, ma che noia la ricerca dei sinonimi) li ha tutti. L’intrigo, il carnevale. Le maschere e il mistero (unica concessione la P38 al posto del pugnale cesellato o del cuscino in tela di Fiandra). Il teatro (dialettale, ovvio) e le urla dei barcaroli che hanno un nome comico che non ricordo. Le isole abbandonate, gli artigiani locali e le osterie. Il dialetto che aspira alla dignità di lingua e la lingua indegnamente (ohibò) commista al dialetto. Ci sono anche tutte le sue amiche e amici, finisce che ci sono anch’io. Quello che voglio dire è che, maledetta lei, c’è riucita a disegnare e raccontare una storia in cui c’è tutto quello che lei vuole e racconta di solito (Venezia, ecc.) senza interventi di biechi sceneggiatori americaneggianti e pragmatici. Per quello che ne so io della città in senso lato, non solo i panorami quindi, dà l’idea esatta dell’ambiente e di come certe cose possano succedere solo fra quelle bifore e quei venditori di pesce (…). A conti fatti, la tradizione è rispettata e ci sono pure innovazioni sul vecchio tronco. E, ah, dimenticavo, disegna pure bene. E abita a Venezia. Che invidia“.

(02/11/2011)