È cosa frequentissima che i personaggi del fumetto – soprattutto quelli rivolti al pubblico più giovane – che raggiungono grande popolarità, si trasformino in pupazzi o giocattoli. Il caso di Provolino fu l’opposto: nato come pupazzo televisivo, raggiunse un incredibile successo alla fine degli anni Sessanta, nell’ambito di trasmissioni come “Ma che domenica amici” e “Vengo anch’io”, ma anche in spot pubblicitari. Ideato da Castellano&Pipolo era “mosso” dal grande Raffaele Pisu,che gli parlava come voce fuori campo.

Disegnato da Pier Luigi Sangalli su testi di Alberico Motta, Provolino approdò presto anche al fumetto, pubblicato dalla Editoriale Metro, mantenendo i caratteri tipici del personaggio Tv: una sorta di grosso topo antropomorfo che vive però in un mondo di umani “normali”, circondato da personaggi più o meno fissi come la signora Rosa o il professor Kraut. A volte, esattamente come il pupazzo, si rivolge a “Lele”, un adulto che non compare mai nella vignetta, che gli parla come voce fuori campo e vive in casa con lui. Non mancano nelle storie di Provolino – che pure hanno un taglio e una veste grafica evidentemente infantile – riferimenti di satira politica e sociale dell’epoca.
L’albo in figura è il numero 53 dell’ottobre 1977.