Parlavamo recentemente dell’edizione completa delle strisce umoristiche della Divina Commedia di Marcello Toninelli, pubblicata da Shockdom.

Marcello Toninelli firma dediche per i lettori, durante il suo incontro col pubblico a Wow Spazio Fumetto, lo scorso novembre

Marcello Toninelli firma dediche per i lettori, durante il suo incontro col pubblico a Wow Spazio Fumetto, lo scorso novembre

Un’opera tale che la Sbam-redazione ha voluto incontrare di persona l’autore per un’ampia intervista sul suo Dante e sul suo lavoro in genere, che comprnde anche l’opera di Omero e i Promessi Sposi!
Trovate l’intervista – con molto altro – sul nr. 25 della nostra rivista digitale, che potete scaricare liberamente da questo link. Intanto, ve ne anticipiamo una parte qui di seguito…

Cominciamo dalla domanda più scontata: da dove viene questa tua passione per le riduzioni a fumetti di grandi classici?
Non si è trattato di passione, ma semplicemente di “una serie di circostanze”. Dalle battute che aggiungevo alle illustrazioni dei libri di scuola (che poi andavano a ruba tra gli studenti degli anni successivi, al mercatino dell’usato) e dalle vignette che scarabocchiavo sui quaderni, sono passato a fare delle paginette umoristiche su situazioni di Dante all’Inferno e, appena diplomato, ne ho spedite due o tre alla rivista Off Side. Ai redattori piacquero e mi chiesero di farne una versione a strisce, che era il format di successo dell’epoca (Off Side pubblicava fra l’altro le mitiche Sturmtruppen di Bonvi!). All’epoca non pensavo neppure lontanamente di andare oltre la prima cantica. Dopo innumerevoli vicissitudini editoriali, il mio Dante, grazie a Gino D’Antonio, approdò a il Giornalino, col quale collaboravo da qualche anno. Il successo di pubblico andò oltre ogni più rosea aspettativa e spinse il direttore don Tommaso Mastrandrea (per tutti, don Tom) a chiedermi di proseguire l’opera con Purgatorio e Paradiso. Don Tom mi spiegò l’importanza educativa di tenere i giovani “agganciati” ai classici della Letteratura, che fosse in forma di film, di fumetto o quant’altro. Così, dopo Dante mi chiese di occuparmi anche di Omero con Iliade e Odissea, di Virgilio con l’Eneide e de La Gerusalemme liberata. Poi il cambiamento di sistema della raccolta pubblicitaria creò notevoli problemi economici alla casa editrice, ci fu un cambio di direttore (e, comunque, i poemi classici erano finiti!) e la serie s’interruppe. Adesso ho avuto la soddisfazione di veder portare in libreria una nuova (e “definitiva”) edizione, a colori, di tutto il mio Dante da una casa editrice giovane e capace come la Shockdom.

Dante-ShockdomCome dicevi, l’idea di trasporre Dante a fumetti è una chiave per avvicinare i ragazzi alla Divina Commedia. Come lo vedresti utilizzato a scuola?
Oh, il mio Dante nelle scuole ci va da molto tempo. Lo comprano prima di tutto i ragazzi, e sono molti quelli che, in occasione delle mostre del Fumetto, vengono a ringraziarmi per aver fatto una buona interrogazione o addirittura un bell’esame grazie all’ausilio delle mie strisce. Uno mi disse di essersi innamorato di Dante sulle pagine del Giornalino, di essere poi passato alla lettura dell’opera originale e di aver scelto di laurearsi in Letteratura Classica in conseguenza di quell’innamoramento iniziale per il fumetto. Lo comprano anche i professori, per usarlo come strumento di “coinvolgimento” dei ragazzi durante le loro lezioni. Il Ministero della Pubblica Istruzione purtroppo è un po’ lento ad accorgersi di questi fenomeni… ma non dispero!

sbam-disegno-ToninelliPer un senese come te, la storica rivalità tra città toscane ha influito sul tuo lavoro dantesco?
No, credo abbia influito solo il mio carattere, la mia tendenza a vedere sempre “l’altro lato” delle cose, di solito in modo umoristico. L’Alighieri si prendeva molto sul serio, ed era inevitabile che io finissi per mettere su carta l’altra faccia della medaglia del suo racconto. Certo, il fatto che il mio concittadino Cecco Angiolieri fosse un “poeta umoristico” forse depone a favore dell’ipotesi di un humus senese che predispone all’ironia, ma resta tutto da dimostrare.

Ci sono altre opere o autori “danteschi” cui hai fatto riferimento?
No, ho letto solo il poema originale (con l’immancabile prezioso corredo di note). Ulteriori studi su Dante e la sua epoca li ho fatti quando ho dovuto scriverne prima La vita a strisce umoristiche e poi il romanzo poliziesco che lo vede giovane protagonista, insieme al citato Cecco, in veste di investigatore ante litteram nella Siena del 1286, S’i’ fosse morte… (pubblicato da Cartoon Club e da qualche mese disponibile anche in versione digitale… accattatevillo!).

(continua su Sbam! 25)

(Antonio Marangi)