sbam_ivano_codinaUn tema che di tanto in tanto torna a far capolino su Sbam!, ma soprattutto nelle chiacchierate tra appassionati: che speranza c’è per il fumetto umoristico? Esiste la possibilità di rivedere in edicola produzioni alla Bianconi o alla Edizioni Alpe, sia pure – ovviamente – adattate all’oggi e modernizzate come si conviene? In altre parole: un fumetto che possa piacere anche ai bambini, andando oltre il solo Topolino? Rivedere un Braccio di Ferro, un Geppo, un Pugacioff, un Tiramolla…
Ecco: Tiramolla! Nel 1990, quando l’epoca dei “giornaletti” era ormai sul viale del tramonto, la casa editrice Vallardi tentò un rilancio del mitico «figlio del caucciù e della colla»: tentativo che però durò solo pochi anni (fino al 1993). La Sbam-redazione ha incontrato uno dei protagonisti di quell’esperimento, il disegnatore Ivano Codina, che proprio oggi sta tentando, per altre vie e con altri mezzi, un’operazione analoga.

Di seguito, un estratto della nostra intervista, che potete leggere integralmente – insieme a un fumetto completo di Ivano – sul nr. 19 di Sbam! Comics, scaricabile liberamente da QUI.

Domanda di rito con cui cominciare l’intervista: raccontaci i tuoi esordi…
Le mie prime esperienze professionali, dopo aver frequentato la Scuola del Fumetto di Milano, sono state di tipo realistico, per un editore che pubblicava fumetti horror con un protagonista stile Freddy Krueger. Ma a me è sempre piaciuto di più l’umoristico, quindi appena ne ebbi la possibilità, inviai delle tavole alla Vallardi che voleva rilanciare Tiramolla…

Ecco, parlaci proprio di quell’operazione.
Tiramolla era praticamente scomparso dalle edicole dopo la chiusura della Alpe, l’editore storico. In Vallardi si tentò un rilancio adattando ai tempi il personaggio. Il direttore artistico era Andrea Domestici e il capo-sceneggiatore il compianto Lorenzo Bartoli. Mi assegnarono una prima storia, Tiramolla supermarket pane e acqua, che mi costò molto lavoro per disegnare gli scaffali con tutti i prodotti! In tutto ho realizzato sette storie in due anni, anche se purtroppo tre di queste non sono mai uscite, a seguito della chiusura del settimanale, nel 1993.

codina_miki-e-gruntSecondo te, come mai i puristi tiramolliani non hanno mai gradito la versione Vallardi del personaggio?
Difficile dirlo: certamente, il Tiramolla originale era diverso e l’editore aveva deciso di rinfrescarlo, renderlo più moderno. C’è anzi da chiedersi se il pubblico dei lettori più giovani avrebbe invece apprezzato il Tiramolla “storico”. Penso che i motivi della durata relativamente breve della testata siano soprattutto altri: forse errori di gestione, ma anche il momento storico, un periodo – quello a cavallo tra fine anni Ottanta e primi Novanta – dove moltissime testate di fumetti chiusero. Era la fine di un’epoca. Io resto convinto che anche il “nostro” Tiramolla fose molto valido, fresco, giovane, dinamico… basta pensare agli autori che lo scrivevano, tutta gente che poi ha avuto ottime carriere (uno per tutti: Francesco Artibani).

E adesso raccontaci il tuo progetto…
Con i testi di Carlo Chiericoni, sto lavorando a un personaggio umoristico vecchio stile, molto classico, che disegno ispirandomi al mio mito, Giorgio Cavazzano. Si chiama Miki e vive storie molto semplici e lineari, ma basate su temi molto attuali. In La città dei selfie ad esempio giochiamo sulla mania dell’autoscatto. Stiamo proponendo le storie a vari editori, in Italia e all’estero. Noi crediamo ancora all’umoristico!

(Antonio Marangi)