Genovese d’adozione, fumettista, cartoonista, musicista e tanti altri -ista, ma anche editore con l’Associazione culturale Annexia con cui sta ripubblicando l’opera omnia del suo maestro, il grande Giorgio Rebuffi, recentissimamente scomparso (vedi). Chi meglio di Luca Montagliani – in arte Laca – dunque, per ricordare il grande “papà” di Cucciolo, Beppe e Pugaciòff (e di molti, molti altri…)? Ecco perché abbiamo voluto incontrarlo, anche per conoscere meglio la sua intensissima attività artistica. Quello che trovate di seguito è solo un estratto dell’intervista che potrete leggere integralmente sul nr. 18 di Sbam! Comics, la nostra rivista digitale, scaricabile liberamente da QUI.
Raccontaci qualcosa di te: come hai cominciato la tua carriera di fumettista e di cosa ti sei occupato finora. È vero che hai lavorato anche per Alan Ford?
Buongiorno a tutti. Si, è vero, ho chinato alcuni numeri di Alan Ford matitati da Dario Perucca, un vero piacere da inchiostrare. Parlare di carriera di fumettista mi fa un po’ ridere…
Devo il mio imprinting al fumetto a Guido Scala (mio vicino di casa fin dall’infanzia), Antonio Canale e Giorgio Rebuffi; il mio ampiamento cultural-animistico a Carlo Ambrosini ed Enea Riboldi.
Il mio debutto ufficiale nel fumetto fu su una rivista underground di Bologna, curata da Stefano Giovannini, chiamata Odrillo. Lì ha trovato spazio il mio alter(ato) ego di nome Pasol. Sempre su Odrillo ho avuto il piacere di collaborare con il grande Roberto Freak Antoni. Poi ho messo mano su parecchie altre cose, ma… cercherò di essere breve: ho scritto, animato, doppiato e musicato CD-ROM negli anni ‘90, disegnato pubblicità-cartoon per la TV con Giulio Chierchini, cartoni animati giocabili per la Rai (Solletico), videogame per Kinder Pinguì, inchiostrato per la Marvel, un‘idea (accreditata e condivisa con mia moglie) per un soggetto di Diabolik (Al quarto mese), fondato l’Associazione culturale Annexia, la Genoa Comics Academy e, uff… che noia questi elenchi!
La collaborazione più intensa degli ultimi anni è stata però con quel fascinoso sirenetto di Emiliano Pagani (Don Zauker, Nirvana) con cui abbiamo raccontato le avventure degli X-Nerd (due volumi che trovate sul nostro sito e alcune storie brevi) e la serie SOS Tato pubblicata sul Male di Vauro e Vincino. Con gli Inguardabili X-Nerd inoltre, siamo stati i primi in Europa a proporre la Realtà Aumentata tra le pagine di un fumetto…! Ora vivo in Polonia e, dopo aver progettato la statua dello gnomo italiano a Wroclaw, disegnato la guida turistica a fumetti della stessa città, e tenuto diversi laboratori di fumetto, abbiamo aperto una scuola di comics per bambini, insieme a mia moglie, nella piccola città dove viviamo.
Per ricordare il grande Giorgio Rebuffi abbiamo pensato subito a te, per i tuo rapporto “privilegiato” con lui: come avete cominciato a lavorare insieme, come si è sviluppato questo rapporto?
Giorgio è comparso nella mia vita durante i quotidiani pellegrinaggi contemplativi all’edicola di fronte alla stazione di Chiavari. Arrivava in macchina o in bici e mi regalava i suoi fumetti. Da lì a mostrargli i fumetti che disegnavo durante l’intervallo delle scuole elementari, invece di giocare a calcio con gli altri bambini, è stato un attimo. Giorgio è stato per me un padre incoraggiante, un limpido esempio di carattere e umanità, un enorme bacino culturale a cui attingere, un’anima affine e generosa. È stato lui a dire a mia madre che fare il lavoro di fumettista è una cosa del tutto concreta, seria e normale. Vi pare poco…?
Crescendo (io), poi, ci siam persi di vista per ritrovarci una decina di anni or sono e cominciare una vera e propria collaborazione, per portare a termine ciò che tra di noi era cominciato. L’essere stato il suo ultimo allievo è stato certamente un immenso onore! Il rapporto era familiare: si andava a far la spesa, si cucinava (le famose “cene di lavoro”!), si respirava il mare sorseggiando un Calvados, parlando di fumetti, storia, politica e fantascienza. Mi ha insegnato inoltre ad apprezzare la cipolla cruda nell’insalata, l’aceto, il Marsala, i grissini torinesi, le salse messicane piccanti, la worchester sauce, Dick Tracy (il suo preferito) e molto altro. Anche la sua famiglia mi ha accolto come uno di loro: la sorella Armida (la cugina Peppa di Cucciolo…), il cognato Flavio, i nipoti Barbara, Stefano, Francesco, i gatti…
Tiramolla, Cucciolo, Beppe: pensi potrebbero avere le potenzialità per tornare in auge? Parlo del loro valore di character, prescincendo dalla situazione del mercato.
Credo che tutti i personaggi del passato possano avere un senso anche nell’oggi. Basterebbe un restyling leggero che però non ne snaturi il carattere, come invece avvenne con il Tiramolla della Vallardi, dove il senso e il sapore semplice e popolare venne abbruttito notevolmente. Servirebbe un editore appassionato, lungimirante, intelligente e una supervisione artistica rispettosa, appassionata, tradizionale e culturalmente preparata sui personaggi in questione. Ma son discorsi triti e ritriti. Aria fritta.
Parliamo della tua attività con Annexia: i vostri progetti editoriali?
Di certo posso dire che nell’autunno 2015 tornerà la cronologica del lupo Pugaciòff con le annate 1965/1966. Un unico tomo di 500 pagine poiché fare il cofanetto, ora come ora, la vedo dura. Se gli dèi ci saranno propizi, cucineremo per voi anche le storie di fantascienza (la grande passione di Giorgio) di Cucciolo e il volume su Egidio Gherlizza (Serafino & dintorni), magari ordinabili solo dal nostro sito e stampati in digitale. Vedremo. La lista dei desideri è sterminata quanto la produzione di Giorgio…!
(Antonio Marangi • 06/12/2014)