Prima alcuni volumi della trasposizione a fumetti di Don Camillo, ora la versione a fumetti di Padre Brown; Werner Maresta, fumettista italiano che vive e lavora in Spagna, negli ultimi anni sembra essersi specializzato in un determinato genere. Con una lunga gavetta alle spalle, soprattutto come assistente alla Bonelli, Werner rappresenta un ottimo esempio di autore eclettico, capace di passare dalla realizzazione della storia a fumetti della vita di Giovanni Paolo II alle avventure erotiche di Penny Rogers, personaggio da lui creato e pubblicato sul web. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua esperienza e ne abbiamo approfittato per parlare anche della situazione del fumetto in Spagna. Quello che segue è un estratto della nostra intervista, che potete leggere integralmente sul nr. 13 di Sbam! Comics, la nostra rivista digitale scaricabile gratuitamente da QUI.
Come è nata l’idea di un fumetto su padre Brown?
L’idea è venuta sull’onda del successo ottenuto dal fumetto su Don Camillo, giunto al sesto volume. Si è cercato di trovare un altro personaggio letterario che potesse avere un suo pubblico di lettori affezionati, anche se Padre Brown è un po’ più di nicchia rispetto a Don Camillo, che grazie alla versione cinematografica raggiunge un pubblico più vasto, anche i bambini. Con Davide Barzi alla sceneggiatura, ci siamo lanciati nella trasposizione a fumetti dei racconti di Chesterton, ambientati ai primi del Novecento. In queste storie, Padre Brown, prete cattolico, si trova coinvolto in storie di delitti, e quella è stata la base su cui io ho iniziato a studiare le caratteristiche grafiche di tutta la serie. A Lucca Comics & Games 2012 avevamo presentato un numero zero, dieci tavole in un formato più piccolo, a formare un albetto gratuito che abbiamo distribuito allo stand. Durante la Lucca successiva abbiamo così presentato un’edizione speciale limitata cartonata.
Ci sono autori da cui hai preso ispirazione?
Dal punto di vista grafico, come formazione mi sento molto bonelliano. Le mie letture preferite, fin dall’adolescenza, sono state Dylan Dog, Martin Mystère e tutti gli altri venuti dopo, come Nathan Never. Il mio background sono la scuola spagnola, quella argentina e il fumetto popolare italiano. Ho fatto cose anche per la Francia, ma con il formato grande e tante vignette un po’ mi perdo…
Com’è la situazione fumettistica spagnola, vista da te che vivi e lavori in Spagna?
In Spagna, a livello di edicola, non c’è praticamente nulla. Si trova qualche manga e qualche supereroe, ma l’ambiente fumetto è diverso da quello italiano. Ci sono tanti volumi e ottime edizioni, ma arrivano dalla Francia, pur essendo di autori spagnoli. La maggior parte degli autori spagnoli, infatti, lavora per l’Italia o la Francia, e gli Stati Uniti. Anche autori classici su cui mi sono formato, come Ortiz, Bernal e Font, hanno lavorato per l’estero, poi i loro lavori sono tornati sul mercato spagnolo. In Spagna manca la produzione diretta, c’è qualcosa nel campo della graphic novel, cose più sperimentali, underground… cose che non sono molto nelle mie corde.
Parlaci del tuo web-comic, Penny Rogers…
Da un anno a questa parte, sto portando avanti un web-comic, un fumetto che pubblico gratuitamente sul web: Le mirabolanti avventure di Penny Rogers. È una storia ambientata negli anni Venti, una storia un po’ piccante di genere erotico/avventuroso. Protagonista è una ragazza al seguito di una spedizione archeologica, che si ritrova in situazioni un po’ pericolose, abbandonata dopo un incidente, insieme ad alcuni collaboratori, in una piccola radura nel mezzo del deserto. I soccorsi tardano ad arrivare e nel frattempo succedono una serie di cose. È un fumetto a colori, scritto e disegnato da me. Lo pubblico in italiano, spagnolo e inglese, in modo da dargli maggiore visibilità.
(Sergio Brambilla • 24/02/2014)