Ilaria “Zim” Facchi, Opono: hai paura della tua ombra? – 60 pagine – ADM Editore 2013 – disponibile a richiesta (info@sbamcomics.it)

Opono, la cupa, nerissima ragazzina afflitta da tante paure, ben rappresentate… dalla sua ombra! È lei la protagonista di questo ebook a fumetti, opera di Ilaria Facchi, in arte Zim.
Un umorismo nero, splatter, diretto, rappresentato con tratto freddo da Zim: colpisce lo stomaco del lettore che però si diverte con le tragicomiche peripezie di questa piccola adolescente complessata, cui pare non possa andarne bene una. Come a un Will Coyote umanizzato! Ma lasciamo la parola all’autrice.

Ilaria, come è nata Opono? Quale è stata l’idea di partenza?
Opono nasce come scarabocchio veloce sul mio taccuino degli  schizzi (per me compagno inseparabile, ce l’ho sempre nello zaino ovunque vada), riflettevo su quanto può essere terribile un disastro nucleare e la mano intanto disegnava.
È nata così la bozza di una tavola, con protagonista una ragazzina capellona dallo sguardo triste. Passa qualche giorno e continua a tornarmi in mente quel personaggio, c’era qualcosa che mi attraeva, che mi spingeva a riprenderla in mano e vedere cosa sarebbe successo, cosa avrebbe fatto. Così l’ho guardata intensamente ed ho pensato… e se gli sparassi? (!!!! Ndr) Ed è venuta alla luce (in realtà al buio, perché in quella vignetta la luce si spegne di colpo :P) la seconda tavola di Opono. Non c’è stata una vera e propria idea di partenza, è stata una creazione irrazionale e assolutamente inconscia. Se proprio vogliamo dargliene una, direi che è la rappresentazione della paura: la paura del nucleare, della morte, del mostro sotto il letto. La schizofrenia di Opono mi permette di rappresentare tutto ciò ma di farla sopravvivere sempre, perché non importa quante volte lei muoia… Tutto capita solo nella sua testa, così ogni volta è pronta per una nuova (dis)avventura. È un personaggio molto versatile, non ci sono limiti per lei, perché non si può dare un confine alla follia.

Lo studio del personaggio è avvenuto successivamente, dettagli grafici per lo più, quali l’averle tolto dalle mani la cartelletta, il colore del vestito, come inchiostrarla, ecc.

Da dove nasce il tuo umorismo, decisamente nero?
Ci sono varie teorie in merito, sviluppate nel corso degli anni da amici e familiari.
Ipotesi numero 1: Edgar Allan Poe non è una lettura consigliata per una bambina delle elementari.
Ipotesi numero 2: essendo nipote di un macellaio, ho passato la mia prima infanzia tra viscere, sangue e ciotole con bulbi oculari (quanto mi divertivo dai nonni!).
Ipotesi numero 3: in una vita passata ero Jack lo squartatore (beh, se anche fosse così, ora “uccido” solo un personaggio di carta… un miglioramento c’è stato).
Scherzi a parte, credo sia una cosa con cui nasci e che si affina nel corso degli anni, soprattutto leggendo moltissimo e guardando un sacco di film dell’orrore. Come Opono anch’io sono un po’ (molto) freak, incuriosita da tutto ciò che è insolito, ambiguo e magari pure un po’ inquietante.

L’idea di base sono i “dialoghi” di Opono con la sua ombra cattiva: a volte però crei altre situazioni – spesso molto splatter – che escono da questo schema fisso. In quel caso come è il criterio?
Il bello nel disegnare Opono è che non esiste un criterio prestabilito, posso lasciare la mia immaginazione a piede libero e vedere che succede. Basta poco per attivare le mie splatterissime celluline grigie: una frase buttata lì, un libro, un film o un sogno strano.
Nonostante le mie tavole rappresentino, per lo più, strani modi per morire, cerco di condirle con un pizzico d’umorismo. Magari alcune possono fare un po’ schifino (cervelli esposti ed organi vari), ma ci scappa comunque un sorriso. Cerco di trovare il lato comico anche nelle situazioni più cupe; magari provocherò soltanto una risatina a denti stretti e pure un po’ isterica, ma è quello che cerco di comunicare. I bambini creano spesso degli amici immaginari, ma solo Opono ha un’Ombra psicopatica come compagna di giochi. In effetti, l’Ombra è nata solo dopo qualche tavola, tuttavia ho capito subito che aveva molto da dire (qualcuno doveva pur parlare no?), così da comprimaria è passata a co-protagonista in tempo record! E il rapporto tra le due è diventato un punto fisso nel fumetto, l’una è l’opposto dell’altra ed è da qui che nasce il conflitto… e giocare su questo è molto divertente. Mi piace inserire alcuni elementi su questo tema che si ripetono nelle storie, come il seme delle picche per esempio. Elementi simili, ma che si contraddicono a vicenda, così come Opono e la sua Ombra.

Parliamo di tecniche di disegno: che sistemi prediligi?
Sono una tradizionalista, amo disegnare ed inchiostrare a mano libera, lasciar scorrere il pennello sulla carta è quasi ipnotico, utilizzo i pennarelli solo per i dettagli molto piccoli. Per Opono ho utilizzato una colorazione di tipo digitale perché mi sembrava adatta al tipo di segno, ma spesso coloro i miei disegni con gli acquarelli o le ecoline.

Varie ed eventuali: qualsiasi altra cosa tu voglia dirci di te e del tuo lavoro…
Ringrazio innanzitutto voi per l’opportunità che mi avete dato e poi chi leggerà il mio lavoro. Spero che Opono piaccia a voi almeno quanto è piaciuto a me uccider… ehm, disegnarla. In caso contrario chiederò all’Ombra di venire a farvi il solletico durante la notte, così in un modo o nell’altro riderete. Freak power! Perché la normalità è decisamente sopravvalutata.