Ha sede nella provincia di Pisa, l’Accademia Europea di Manga, scuola nata con l’intento di diffondere tra gli appassionati l’arte del fumetto del Sol Levante, che tanta presa ha anche sul mercato italiano. Sul suo sito, si presenta come “la prima accademia in Europa dedicata specificamente allo studio della tecnica manga ed è partner ufficiale della Yoyogi Animation Gakuin, del Tokyo Designer Gakuin (TDG) College e dello Yokohama Design College”. La proposta è variegata, per tipologie e per lunghezza  dei corsi, e comprende perfino la possibilità di viaggi-studio in Giappone. Abbiamo incontrato una delle responsabili, Chiara Imbimbo (nella foto), per farci spiegare meglio la loro iniziativa.

Quale obiettivo si pone l’Accademia Europea di Manga?
Lo scopo dell’Accademia è quello di divulgare il manga in Italia, non quello importato dal Giappone, ma un manga “made in Italy”, fatto da fumettisti italiani.

Come e quando è nata l’Accademia?
La scuola è nata da pochi anni. All’inizio c’erano solo dei corsi estivi di due settimane, invece da tre anni in qua c’è anche l’anno accademico, una vera e propria scuola che rilascia un diploma con cui si attesta la capacità di saper usare la tecnica manga. La sede è a Lajatico, in provincia di Pisa, ma la scuola si muove un po’ in tutta Italia, con corsi domenicali nelle grandi città come Milano, Roma, Torino…

Cosa insegnate?
Il piano didattico cambia più o meno ogni anno, perché l’obiettivo è quello di migliorarlo con nuove soluzioni. Insegniamo fondamenti di sceneggiatura, perché vogliamo creare storie che abbiamo un senso e delle fondamenta, e poi si insegna la base di disegno, sia dal vivo che di tecnica manga. Il programma dipende un po’ dai vari corsi: quello accademico ha un programma più strutturato e completo; i corsi in città e quelli estivi, a causa del poco tempo a disposizione, sono molto riassuntivi. Noi forniamo tanti argomenti, poi sta allo studente esercitarsi a casa.

Esiste un mercato per il manga italiano? Non c’è il rischio che gli appassionati di manga cerchino solo prodotto “originale”?
Può sembrare strano perché non se ne vede in edicola o in fumettria, ma io, da grande appassionata di manga, leggerei anche quello italiano. Un aspetto a favore del manga “made in Italy” è senza dubbio l’ambientazione: quando in Giappone o Corea realizzano manga ambientati al di fuori della loro patria, ad esempio in Italia, si nota che l’autore è poco pratico dell’ambiente e tende a impostare i personaggi con comportamenti tipici del proprio paese che magari non hanno nulla a che fare con il modo di comportarsi tipico del paese dove il manga si svolge. Credo sia quindi interessante poter leggere un manga ambientato nel proprio paese, con storie che in Giappone non potrebbero mai essere realizzate.

Il concetto di manga è legato essenzialmente a un fatto puramente stilistico?
Esistono diversi stili manga, ma ciò che cambia molto rispetto al fumetto occidentale è l’impostazione delle pagine, la vignettatura. Se prendiamo per esempio Topolino o Tex, troviamo una vignettatura molto simile: una vignetta rettangolare attaccata a un’altra vignetta rettangolare… nel manga, invece, c’è un’impostazione più complessa, con vignette dal vivo e aperte, personaggi che “escono” dalla vignetta e altri effetti del genere. Ciò dovrebbe servire ad aiutare il lettore a entrare meglio nella storia. È una soluzione molto cinematografica, più dinamica.
A livello di sceneggiatura, invece, non ci sono grandi differenze tra il manga e i comics occidentali, le basi sono più o meno le stesse. Poi, ovviamente, dipende molto dall’autore.

Generalmente per chi si iscrive ai vostri corsi, quali sbocchi professionali offre l’aver frequentato l’Accademia?
La maggior parte di chi si iscrive è costituita da giovani, universitari, ma anche trentenni. Per quanto riguarda lo sbocco professionale, a fine corso di solito si fa una pubblicazione con l’Euromanga Edizioni. Io, ad esempio, sto lavorando a un fumetto con Euromanga. Poi, dipende anche dalla fortuna e da una situazione di mercato che speriamo migliori in futuro.

Per concludere, c’è un manga che consiglieresti di leggere a un neofita del settore?
A me è piaciuto tanto, come storia, Kodomo no Omocha, tradotto in italiano con il titolo di Rossana. Ne hanno fatto anche un cartone animato, che è molto differente dal manga: il cartone è studiato molto per i bambini, mentre il manga ha una storia più coinvolgente e matura.

(Sergio Brambilla)