Gli amici di Comics Noise, programma radiofonico dedicato al mondo dei fumetti in onda ogni mercoledì, dalle 17 alle 18, su Undiciradio.it, ci ha gentilmente concesso di pubblicare una delle loro interviste radiofoniche.
Pierpaolo Pasquini
e Renato Umberto Ruffino, in compagnia di Federica Manfredi, hanno infatti incontrato un grande interprete del fumetto italiano come Corrado Mastantuono. È stata una chiacchierata molto interessante, nella quale si è discusso molto della tecnica e degli strumenti utilizzati dai fumettisti, trattando argomenti che spesso vengono erroneamente considerati di secondo piano nella realizzazione di un albo. Non sono molti gli autori in grado di esprimersi ad altissimi livelli sia con il genere umoristico che con quello realistico, così come è riuscito a fare Mastantuono, una carriera tra Topolino, Tex, Nick Raider, Magico Vento, Shangai Devil
No, beh, in realtà ci sono molti che lo fanno”, ha commentato con modestia Mastantuono all’inizio dell’intervista. “Io mi posso permettere vetrine più popolari rispetto ad altri, ed è per questo che vengo notato di più. È vero che non necessariamente chi disegna realistico sa fare anche l’umoristico, e viceversa. Per quanto mi riguarda, tutto è nato un po’ per caso, nel senso che quasi in parallelo ho intrapreso la sponda realistica, con Comic Art, e solo pochi mesi dopo sono stato chiamato alla Disney da Giovan Battista Carpi. Questa situazione mi ha permesso di portare avanti le due cose simultaneamente. Grandi difficoltà, infatti, incontrano quegli autori che dopo anni in cui si sono dedicati a un genere devono passare a un altro ricominciando tutto daccapo”.

Ma generi diversi, necessitano di strumenti diversi? Nel rispondere a questa domanda, l’autore ha ampliato il discorso oltre la semplice questione dei generi. “Cambio molti dei miei strumenti a seconda della cosa che sto facendo. Per ogni tipo di lavoro ho un tipo di cartoncino e di materiale diverso per inchiostrazione e colorazione; in questo modo riesco a differenziare un po’ le cose che vado a disegnare. Se, per esempio, devo fare un disegno satirico, provo a usare pennarelli acrilici su supporti piuttosto ruvidi; per un disegno ‘bonelli’, invece, di solito intervengo su un cartoncino Fabriano, satinato e un po’ ruvido, che asciuga molto il pennello perché molto assorbente, ideale per fare quelle pennellate un po’ graffiate e sporche che servono per il genere western. Per Disney, invece, utilizzo lo schoeller, un supporto molto gessoso e liscio, perfetto poi per il ripasso a pennello”.
Dalla scelta del supporto ne conseguono altre, altrettanto importanti. “Ogni supporto, avendo peculiarità differenti, va affrontato con matite diverse: posso passare dalla B alla 2H a seconda di quanto il cartoncino mi incide sul segno. Anche la scelta della china cambia a seconda del supporto: con un cartoncino molto assorbente uso chine molto diluite, altrimenti posso usare dei bei neri, con chine molto dense se non, addirittura, l’acrilico. Diciamo che gli strumenti sono un po’ croce e delizia del mestiere, perché il cartoncino, oltre a differenziarsi da lavoro a lavoro, in realtà può modificarsi da un mese all’altro, e a volte da una settimana all’altra, senza che ci si possa fare nulla: lo stesso cartoncino usato per un lavoro, dopo una settimana di pioggia può diventare improvvisamente umido, e quando questo succede devo cambiare tutte le matite…”.

L’intervista ha preso una piega molto tecnica, e Mastantuono ha spiegato alcuni aspetti che riguardano la preparazione delle bozze e l’inchiostrazione dei suoi lavori. “Faccio fatica a dedicare tempo a tutto ciò che non viene pubblicato, compresi i fondamentali bozzetti da presentare in redazione per lo studio dei personaggi; faccio sempre cose molto sbrigative. Per quanto riguarda le storie vere, in Disney sono oltre dieci anni che mi avvalgo della collaborazione di Sandro Zemolin, noto inchiostratore della Disney. Quando devo fare dei disegni per lui, che non devono essere interpretati ma solo ripassati, faccio una pre-inchiostrazione, preparo un disegno a matita leggera e poi ripasso a matita morbida, e lui si basa su quello per andare a pennello. Per quanto riguarda invece i lavori che mi inchiostro da solo, ovviamente sono molto più pasticciati; credo di poterli inchiostrare solo io perché spesso non si capisce nulla.”
Mastantuono non ha nascosto la predilezione per le matite. “Ho sempre adorato il segno sporco, molto materico, della matita sul cartoncino, e adesso che le nuove tecniche permettono di colorare direttamente le matite per me è il massimo!”.

Alla domanda di rito su quale sia stato il disegnatore del passato che più l’ha ispirato, Mastantuono ha risposto con il nome di un mito della Marvel. “Il mio primo amore da adolescente, passata la fase Topolino e Tiramolla, è stato per i fumetti di Romita Sr, che trovavo di una gradevolezza e una morbidezza straordinari: le sue Gwen e le sue Mary Jane erano incredibilmente seducenti!”.

In conclusione dell’intervista, Mastantuono ha voluto sottolineare la sua apertura non solo verso tutti i generi, ma anche verso tutti i mezzi a disposizione per disegnare un fumetto.
Sono affascinato da ogni tipo di linguaggio e di esercitazione estetica. Mi piace anche l’idea di poter essere supportato da nuove tecniche. Il computer permette di esplorare infinite possibilità; provare fondi diversi, spostare o aggiungere qualcosa… Questo, secondo me, dà un valore aggiunto alla composizione, perché il risultato finale non è mai qualcosa che si è tenuto solo perché non lo si poteva più cambiare, ma è sempre qualcosa di definitivo, che è stato scelto dopo aver visionato diverse possibilità.

(13/03/2013)