Un cartoon del 1932, uno dei tanti della grande produzione Disney di quegli anni: tra la folla di animali antropomorfi che assiste divertita allo spettacolo di un circo, c’è anche una specie di cane con gli occhiali. Si chiama Dippy Dawg. Qualche cartoon dopo, eccolo ricomparire, perfino un po’ ringiovanito e rinvigorito, anche se sempre con quell’aria svanita che lo renderà simpatico nei decenni: questa volta è accanto al grande protagonista Mickey Mouse, e si chiama Goofy. Quando arriva nel Belpaese, viene ribattezzato con un nome un po’ anonimo e inflazionato, Pippo, tanto anonimo e inflazionato che parlando di lui bisogna specificare sempre “quello di Topolino”. Comunque sia, il perticone stralunato finisce rapidamente per togliere dalla scena la precedente spalla del perfettino Mickey, Orazio, e diventare un simbolo inamovibile dell’intero universo disneyano. Potrà evolvere perfino in un supereroe, Superpippo, in un pistolero, Pippo Sei Colpi, in un grande esploratore, Indiana Pipps, e in molteplici altre versioni.
Nel 1970, la collana Oscar Mondadori gli dedicò il volume I pensieri di Pippo (da cui è tratta l’immagine in apertura), con quattro storie dove il vero protagonista – Topolino o no – risulta indubbiamente essere lui. “Pippo in inglese è Goofy”, scriveva nell’introduzione al volume lo storico direttore di Topolino Mario Gentilini, “cioè sempliciotto. E non tanto scioccamente a tale nome Pippo fa onore, in quanto costruisce ragionamenti semplici, terra-terra, nei quali tutavia lascia trasparire, magri involontariamente, un fondo di verità e di saggezza. Se, come dice il proverbio, ‘sbagliando s’impara’, Pippo sbagliando fa centro e… fuggendo affronta il pericolo. Il suo apporto agli intricati problemi polizieschi, in cui si trova coinvolto al fianco di Topolino, è spesso decisivo anche se per lo più affatto involontario. Ma, più ancora di questi, suoi tratti caratteristici sono la generosità, l’altruismo, la bonomia spinta fino all’ingenuità”.
(24/09/2012)